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Orrore in una famiglia di Ostia: 18enne accusato di aver violentato sessualmente la sorella minore

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Immagine di repertorio

Un ragazzo di 24 anni, all’epoca dei fatti 18enne, è accusato di violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti della sorella minore: i pm della procura di Roma hanno chiesto una condanna a 7 anni e 6 mesi di carcere. I fatti in un appartamento di Ostia. La prima violenza, contestata all’imputato, risale al 5 gennaio 2018 quando la sorellina aveva appena 12 anni e sarebbero andate avanti sino al marzo 2020.

Roma, 18enne accusato di violenza sessuale nei confronti della sorella minore

“Le violenze sono iniziate quando lei aveva solo 12 anni – sono le dichiarazioni del pm riportate da Il Messaggero – e sono andate avanti fino a marzo 2020″. La ragazzina avrebbe subito ripetuti abusi e insulti perpetrati per anni, secondo l’accusa. Tutto nel silenzio delle mura domestiche di una piccola abitazione di Ostia, finché la piccola vittima non chiama il 114, per denunciare l’orrore che da anni subiva.

La prima violenza, contestata all’imputato, risale al 5 gennaio 2018 in occasione del 18esimo compleanno del ragazzo. Secondo il racconto di Paola (nome di fantasia), lei e il fratello sono sdraiati sul letto che giocano alla PlayStation. Improvvisamente lui la blocca e inizia a palpeggiarla. La ragazzina è sotto shock, ma non dice nulla ai genitori.

“In casa regnava un rapporto di sudditanza psicologica nei confronti del fratello – spiega il pm in aula – quindi la ragazza non si è confidata e gli abusi sono andati avanti per diverso tempo e in maniera sempre più violenta”. 

La denuncia

Le violenze vanno avanti per anni finche una sera del 6 luglio 2020 “Paolo e la madre escono per portare fuori il cane – ricostruisce in aula il pm – ma l’intenzione della ragazzina è far conoscere alla mamma il suo fidanzato di qualche anno più grande”. 

Un argomento che in famiglia ha creato non poche discussioni per via della differenza di età tra i due. “La mamma di Paola non reagisce bene – continua il pm – e decide di andarsene”. La ragazzina decide di non tornare più a casa e si rivolge al 114 per denunciare ciò che da anni subiva in casa.

“Ci hanno contattati per una ragazzina in difficoltà – dichiara una delle agenti chiamata a testimoniare in aula – parlava poco, era triste e molto agitata fino a quando ha iniziato a parlare dei maltrattamenti che, a suo dire, riceveva in continuazione dai genitori e dal fratello maggiore”. La giovane ha una sola richiesta: “Mi promettete che se vado avanti a raccontare non tornerò mai più da loro?”

La difesa

“La PlayStation è stata acquistata dopo rispetto alla data dell’evento e soprattutto quella notte il fratello e un amico presente in casa hanno fatto un live streaming quindi non può essere successo quello che Paola ha raccontato. Il mio assistito ha problemi di peso, non studia e non lavora. È un ragazzo senza obiettivi che passa le sue giornate chiuso in una stanza al pc, una sentenza del genere a 24 anni lo distruggerebbe”, è stata la difesa in aula dell’avvocato del fratello della vittima.

 

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