Un agente della polizia penitenziaria si è suicidato sul posto di lavoro, ossia il carcere dell’Ucciardone a Palermo. Si è tolto la vita nel primo pomeriggio di ieri, a trovare il corpo senza vita dell’agente un collega, recatosi al lavoro per il cambio turno.
Palermo: agente di polizia penitenziaria si suicida in carcere
Un agente della polizia penitenziaria si è suicidato in carcere, l’uomo aveva da poco finito il suo turno di lavoro – presso la casa circondariale di Palermo Ucciardone – quando è stato trovato senza vita da un suo collega. L’uomo si è sparato nel posto di sentinella sul muro di cinta dell’istituto. La tragedia è stata denunciata dai sindacati di polizia Consipe e Ulipa.
“Sappiamo bene che a provocare un gesto estremo come il suicidio contribuiscono una serie di concause, ma ciò che si sta verificando con un’incidenza senza precedenti non può non derivare direttamente anche da ragioni connesse al lavoro prestato. Per questo per noi si tratta di morti in servizio e per servizi”, questo quanto dichiarato dal segretario generale Uilpa, Gennarino De Fazio.
“Ci stringiamo costernati attorno al dolore della famiglia del collega tragicamente scomparso – continua De Fazio – nondimeno, invochiamo nuovamente misure urgenti da parte del Governo che, prendendo atto dell’emergenza complessiva, possano mettere in sicurezza carceri che ospitano oltre 14.500mila detenuti in più rispetto ai posti disponibili con 18mila unità di Polizia penitenziaria in meno rispetto al fabbisogno”.
Da inizio anno è il settimo suicidio nel corpo della polizia
La situazione sta diventando preoccupante, si tratta del settimo suicidio nella polizia penitenziaria nell’anno 2024; sale a 23 il numero dei suicidi nel corpo degli agenti penitenziari degli ultimi tre anni.
Di contro aumenta progressivamente anche l’elevato numero dei detenuti che si tolgono la vita in carcere, attualmente sono 62 le persone che si sono tolte la vita mentre stavano scontando una pena detentiva in carcere nell’anno 2024. Di pochi giorni fa la tragica notizia del detenuto di 31anni al Regina Coeli, che si è tolto la vita impiccandosi alla porta della cella che condivideva con due compagni.
La situazione nelle carceri italiani si sta facendo sempre più degradante, da tempo ormai se ne denuncia il sovraffollamento e la mancanza di personale (giorni fa il Senato ha approvato il decreto carceri).
Unanime il cordoglio ma anche tanta preoccupazione e denuncia da parte dei sindacati di polizia, si tratta infatti di un tragico epilogo che si sta verificando con un’incidenza senza precedenti. I sindacati dichiarano: “i turni e il lavoro sono troppo stressanti, la gente crolla”.
Donato Capece, segretario del Sappe, si era speso sull’argomento, dichiarando che “Il fenomeno dei suicidi è in crescita in tutti i corpi di polizia, ma tra noi di più. Dietro ogni morte c’è un insieme di fattori, ma c’entra di sicuro lo stress correlato. La vita dentro gli istituti è diventata infernale per noi come per i detenuti. Manca il personale, i turni sono massacranti. Le liti e le aggressioni, continue. Molti colleghi, appena possono, vanno via; pochissimi aspettano di maturare il massimo della pensione. I giovani sperano di passare subito in altri corpi di polizia. C’è una demotivazione generale”.