Il racconto di ogni storia non è mai una cronologica sequela degli avvenimenti: segue piuttosto il filo rosso di quel senso che ciascuno di noi riesce a darle. Lisa Luzzi e Francesca Gianoli, con “Sul finir di carnevale”, regalano al pubblico un testo semplice, apparentemente per bambini, con cui sfogliare la parte di questa grande e triste storia che è la pandemia da Coronavirus che ci accomuna.
Il testo amplia il più classico schema dei libri per bambini perché, oltre le rime della Luzzi e le illustrazioni della Gianoli, contiene tavole da completare e colorare e i riferimenti social attraverso cui fare comunità condividendo le proprie creazioni.
Saper raccontare gli avvenimenti, riuscire a dare un senso alle cose è elemento fondamentale non solo nella pedagogia ma più in generale nella psicologia. “Sul finir di carnevale”, non sarà solo utile ad aiutare i più piccoli a rileggere con distacco il lockdown, l’isolamento, le più stringenti regole di igiene ma può essere un segno di questi tempi così inaspettati utile anche agli adulti.
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“Sul finir di carnevale”, un catalizzatore per metabolizzare un periodo difficile per tutti
Edito dalla casa editrice non NAP PAV edizioni nella collana Mondo Incantato, “Sul finir di carnevale” sta raccogliendo già ottime recensioni da chi lo ha acquistato.
Le illustrazioni hanno colori vivaci e, seguendo il tratto sottile, lo sguardo si perde in una miscela di emozioni. Le rime di Lisa Luzzi riescono ad accompagnare il lettore in un flusso di ricordi, a riordinare tutta la serie complessa di avvenimenti che ancora oggi e forse per molto tempo ancora non riusciremo ad interiorizzare, razionalizzare del tutto.
La sonorità delle rime, la meraviglia delle illustrazioni di Francesca Gianoli e la freschezza del testo che ne riesce sono dei veri e propri catalizzatori nel percorso di introspezione verso una più serena accettazione di tutto questo inaspettato.
Non è solo un testo intimista: alla lettura, segue una sezione con tavole da completare e colorare, per mettersi in gioco, per aggiungere la propria esperienza a quella storia comune, per personalizzare al massimo il libriccino. Queste creazioni, poi, potranno essere condivise sui canali social del libro per fare comunità e rubare momenti di sana socialità in un tempo in cui l’isolamento si fa sempre più stringente.
Le autrici
Francesca Gianoli, una vita in punta di piedi su tratto di matita leggero
Francesca Gianoli – su Instagram @gianolif – è nata e vive a Chiavenna (Sondrio). Laureata in Architettura, ha sempre avuto il dono di emozionare con carta e pastelli. Esprime la sua poliedrica personalità anche nel lavoro, dando il meglio di sé nei più svariati campi. Attualmente è Assistente Tecnico nei laboratori di falegnameria in una scuola professionale, dimostrando che non esistono lavori da uomini.
Nella sua sensibilità, è convinta di poter accompagnare i più piccoli nella scoperta della bellezza: a questo sono orientati gli sforzi perché possa esistere una didattica di Storia dell’Architettura specifica per bambini, un mix tra realtà, fantasia e arte (qualcuno dei suoi progetti è su Behance).
Prolifica nelle sue attività, non sono pochi i progetti che ha ideato, organizzato e attuato per diverse Scuole Primarie quale insegnante esperto.
Investe continuamente nella sua formazione e i frutti del suo lavoro sono di grande valore. Vale ricordare la raccolta di filastrocche dialettali locali “Pizìga, pizìga moscòn” che ha illustrato nel 2012, Pinizzotto Editore; tra il 2013/2014 ha illustrato per il progetto editoriale mensile di Rita Cerletti “Storie nel bosco”, rivista online di Vicosoprano, Svizzera; è autrice dei personaggi Lolloelalla, bambini giramondo per la città di Chiavenna. Una tavola di questo libro è stata esposta alla mostra Arte & Virtus, ottobre 2020, presso la sede di PassepArtout Unconventional Gallery di Milano.
Lisa Luzzi e la passione del raccontare
Lisa Luzzi è nata a Pordenone, in Friuli. Dopo il Liceo Classico, completa gli studi giuridici, per volontà del padre. Insegnante, ha scelto di dedicare più tempo alla scrittura perché pensa che la parola scritta sia «sempre il mezzo più efficace per trarre insegnamento dalle cose». Una vera e propria missione: «il ruolo di un “intellettuale”, o di chi, come me, crede di saper scrivere, dovrebbe essere – dice – anche questo: riportare la luce nelle case degli altri».
Ha pubblicato il romanzo “Che sia anche la notte”, un «racconto, inizialmente a due voci, è una narrazione delicata e profonda, in cui attorno alla protagonista si avvicendano molte figure femminili con un ruolo fondamentale, a volte risolutorio, e che, nel suo finale, rivela l’assoluta imprevedibilità della vita».
Da ultimo ha pubblicato il saggio “La polvere che danza in un raggio di luce”, una suggestiva interpretazione del De Profundis di Oscar Wilde, e il diario del lockdown “La solitudine è un fiume”.
“Sul finir di Carnevale” è il suo primo libro illustrato, di cui, dice: «ho cercato di trasmettere un significato allo strano periodo che tutti stavamo vivendo, nella speranza di riuscire a renderlo più sostenibile, soprattutto per i bambini, grazie a rime piacevoli, ma ancora di più grazie ai colori delle stupende illustrazioni di Francesca».