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Il 6 gennaio del 1937 nasce Paolo Conte: celeberrimo cantautore italiano

Paolo Conte è un cantautore, paroliere, polistrumentista, pittore ed ex-avvocato italiano. Pianista di formazione jazz, è considerato uno dei più importanti e innovativi cantautori italiani. Nella sua ultracinquantennale carriera è stato autore di musiche per altri artisti.

6 gennaio 1937: nasce Paolo Conte, uno dei più importanti cantautori italiani

Paolo Conte nasce il 6 gennaio 1937 e già da adolescente coltiva la passione per il jazz classico americano, suonando il vibrafono in piccoli complessi della sua città, Asti. Inizia prima insieme al fratello Giorgio, poi da solo, a scrivere canzoni suggestionate dal cinema, dalla letteratura, dalla vita. In parallelo Conte intraprende anche la carriera di avvocato.


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La sua “specialità” sarà quella di essere un curatore fallimentare e questa caratteristica in apparenza insignificante è la radice di tre suoi indimenticati capolavori, la Trilogia del Mocambo (“Sono qui con te sempre più solo”, “La ricostruzione del Mocambo” e “Gli impermeabili”).

Anni Sessanta e Settanta

Nella metà degli anni Sessanta scrive una serie di canzoni portate al successo da grandi interpreti della musica italiana: “Azzurro” per Adriano Celentano, “Insieme a te non ci sto più” per Caterina Caselli, “Tripoli ’69” per Patty Pravo e altre ancora.


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Nel 1974 pubblica il primo album, omonimo, cui segue un secondo LP, nel 1975, intitolato ancora “Paolo Conte”.

Anni Ottanta

Sette anni dopo presenta al Club Tenco il nuovo album, “Paris Milonga” e nel 1982 pubblica “Appunti di viaggio” che sancisce il suo status di grande protagonista della musica italiana.


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Dopo due anni di silenzio pubblica per la CGD un altro disco omonimo e inizia a suonare in Francia, conquistando il pubblico d’oltralpe. Quelle che dovevano essere poche date al Theatre de la Ville si trasformano in un bagno di folla: i transalpini impazziscono per Paolo Conte, consacrandolo di fatto autore di culto ben prima degli italiani. La tournee viene registrata e dà vita all’album “Concerti”, pubblicato nel 1985.

Il doppio album “Aguaplano” del 1987 preclude ad una lunga tournee internazionale che lo vede esibirsi in Europa, in Canada e negli Stati Uniti.

Anni Novanta

Nel 1990 esce “Parole d’amore scritte a macchina” cui segue “Novecento” nel 1992, uno splendido disco in cui i temi della musica Contiana sono ben mescolati con sonorità hot jazz proprie della scena musicale americana.


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Un’altra lunghissima tournee internazionale porta alla pubblicazione di due album doppi dal vivo, “Tournee” e “Tournee2”. Nel 1995 esce un nuovo album da studio, “Una faccia in prestito”: studiato, preparato, coltivato con amore e cure infinite, lavorando con un team di base composto dal contrabbassista Jino Touche, dal batterista Daniele Di Gregorio e dal fisarmonicista e polistrumentista Massimo Pitzianti, con altri interventi dei suoi musicisti.

Il disco “Una faccia in prestito” è con ogni probabilità il suo album più maturo di sempre. Dentro ci sono gli elementi tipici della “canzone alla Paolo Conte” che pure non smettono mai di stupire: la “grazia plebea” della musica, il gusto del pastiche vero e falso, fra epoche e stili diversi, il piacere di testi sonori, fantasiosi con una lingua che ribolle di capricci e invenzioni – il pidgin di “Sijmadicandhapajiee”, lo spagnolo virtuale di “Danson metropoli” e “Vita da sosia”.


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È una musica che “suona tutto e niente, una musica nella musica”, come vogliono le parole di “Elisir”: “dove tutto è niente, come polvere sulla polvere”. Paolo Conte è capace di sfrenati divertimenti in maschera come le “Quadrille” e, subito dopo, di sfolgoranti confessioni; “giù le carte” in “Una faccia in prestito”. C’è spazio anche per una innamorata “Orazione d’onore per il Teatro Alfieri di Asti chiuso da tempo”, dove Conte racconta molto di sé e delle sue radici, intessendo come sempre realtà e sogno, tramutando nostalgia e commozione in un ghigno sardonico.

Anni Duemila


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Nel Duemila si è dedicato esclusivamente allo sviluppo di un suo vecchio progetto di un musical basato sulla Parigi anni Venti, “Razmataz”, summa di tutte le influenze assorbite negli anni dall’artista e dove trovano posto, in linea con l’intento multimediale del progetto (Razmataz è di fatto un’opera a 360 gradi, disponibile anche in DVD), le espressioni pittoriche di Conte. L’arte figurativa è da sempre la sua seconda e non troppo segreta passione. Il suo ultimo lavoro è Reveries, del 2003.