Paolo Virzì è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano. Tra i più quotati e innovativi della commedia all’italiana, con i suoi film a metà tra impegno e intrattenimento ha saputo rappresentare il cambiamento della società italiana, tra fine Novecento e inizio del Terzo millennio.
4 marzo 1964: nasce Paolo Virzì, regista italiano
Nato a Livorno il 4 marzo del 1964 da un carabiniere siciliano e da una casalinga livornese, dopo aver trascorso l’infanzia a Torino (abitando prima nel quartiere Santa Rita e poi a Mirafiori Nord, dove frequenta la scuola elementare), cresce nel quartiere popolare livornese delle Sorgenti, coltivando sin da piccolo la passione per la letteratura. Tra i suoi scrittori più amati vi sono Mark Twain e Charles Dickens, padri di quel romanzo di formazione che servirà da modello per le sue future sceneggiature.
Durante l’adolescenza recita, dirige e scrive testi teatrali in un paio di filodrammatiche livornesi. In seguito stringe un sodalizio artistico con l’ex compagno di liceo Francesco Bruni, che diventerà negli anni successivi il suo co-sceneggiatore di fiducia. Frequenta per qualche tempo la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa e gira alcuni lungometraggi e cortometraggi. Quindi lascia Livorno per Roma, “andando in città”, come vent’anni dopo farà la giovane protagonista di Caterina va in città.
Centro sperimentale di cinematografia
Nella capitale frequenta il corso di sceneggiatura del Centro sperimentale di cinematografia, dove si diploma nel 1987. Tra i suoi insegnanti ci sono Gianni Amelio e Furio Scarpelli. L’incontro con quest’ultimo sarà decisivo: Scarpelli diventa infatti il suo maestro e la sua guida. Con lui collabora alla sceneggiatura di Tempo di uccidere (1989) di Giuliano Montaldo, tratto dal romanzo di Ennio Flaiano.
Tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, Virzì dà il proprio contributo alle sceneggiature di Turné (1990) di Gabriele Salvatores, Condominio (1991) di Felice Farina e Centro storico (1992) di Roberto Giannarelli. Lavora con lo scrittore napoletano Raffaele La Capria ad un film-tv diretto da Alberto Negrin, adattamento di Una questione privata di Beppe Fenoglio.
Debutto alla regia e primi successi
Virzì debutta alla regia nel 1994 con La bella vita. Originariamente intitolato Dimenticare Piombino, dal nome della città toscana dove la vicenda è ambientata, il film è interpretato da Sabrina Ferilli, Massimo Ghini e Claudio Bigagli. È la storia di un triangolo sentimentale di ambientazione popolare, sullo sfondo dell’irreversibile crisi d’identità della classe operaia.
Presentato con successo nel 1994 alla Mostra del cinema di Venezia, il film viene premiato con il Ciak d’oro, il Nastro d’argento e il David di Donatello nella categoria “Migliore Regista Esordiente”. Con questo debutto Virzì mette già in mostra il suo talento nel dirigere gli attori, ma soprattutto nel trattare temi seri con un tocco ironico, nel mescolare dramma ed ironia.
Nel successivo Ferie d’agosto (1996), interpretato da un cast di rilievo (Silvio Orlando, Laura Morante, Ennio Fantastichini, Sabrina Ferilli, Piero Natoli), l’isola di Ventotene è il teatro del conflitto tra due famiglie italiane in vacanza. In questa commedia Virzì riflette sulla rivoluzione politica italiana dopo l’avvento del sistema maggioritario, la discesa in campo di Silvio Berlusconi e la conseguente trasformazione di un paese chiamato a schierarsi su due fronti politici contrapposti. Ferie d’agosto vince il David di Donatello come miglior film dell’anno.
Ovosodo e Baci e Abbracci
Il seguente Ovosodo (1997), dal nome dell’imbarcazione (colori bianco e giallo) partecipante alle gare remiere dell’estate livornese e rappresentante il quartiere Centro di Livorno, è interpretato da Edoardo Gabbriellini, uno dei volti nuovi del cinema italiano scoperti dal regista. La storia, nonostante la forte connotazione a livello locale, ha uno straordinario successo e riesce a conquistare critica e pubblico: la giuria del Festival di Venezia, presieduta dalla neo-zelandese Jane Campion, consegna al regista il Leone d’argento – Gran premio della giuria.
Nel 1999 dirige Baci e abbracci, una miscela di favola, commedia sociale e racconto natalizio alla Dickens. Ma il riferimento più evidente è L’ispettore generale di Gogol, che aveva già ispirato Anni ruggenti di Luigi Zampa. È la storia corale di un gruppo di ex operai intenzionati ad aprire un allevamento di struzzi nella Val di Cecina, attraverso cui Virzì ritrae ancora una volta l’Italia di provincia sedotta dalla modernità. Nella parte del leader del gruppo Snaporaz compare il fratello Carlo Virzì, musicista di alcuni suoi film e regista de L’estate del mio primo bacio, scritto e sceneggiato da Paolo.
Anni Duemila
I dissesti finanziari di Vittorio Cecchi Gori, produttore e distributore dei primi film del regista, bloccano le riprese di My name is Tanino (2002). Girato tra Sicilia, Canada e Stati Uniti, il film ha una lavorazione difficile: la sceneggiatura, firmata dal regista, Bruni e lo scrittore Francesco Piccolo, viene più volte riscritta durante le riprese per far fronte alla mancanza di finanziamenti. Il protagonista è di nuovo un esordiente, il siciliano Corrado Fortuna, che interpreta un ragazzo in fuga dalla sua Sicilia per inseguire il sogno americano.
Il successivo Caterina va in città (2003) è dedicato alla Roma amata e odiata, con le sue scoperte entusiasmanti e le sue delusioni cocenti. La piccola e goffa Caterina è interpretata dall’esordiente assoluta Alice Teghil, nel ruolo della sprovveduta provinciale che osserva il mondo con candore e spaesamento. Nel film la piccola protagonista viene catapultata dalla tranquilla Montalto di Castro alla labirintica Roma per volontà del padre, l’esperto Sergio Castellitto nella parte di un frustrato intellettuale di provincia. Margherita Buy vince il David di Donatello e il Nastro d’argento 2004 come miglior attrice non protagonista, mentre Alice Teghil si aggiudica il premio “Guglielmo Biraghi”.
N – Io e Napoleone (2006), adattamento del romanzo di Ernesto Ferrero N, è una tentata sintesi di commedia all’italiana, film storico e cinema in costume. Virzì riflette sul rapporto tra l’intellettuale e il potere, e arricchisce la trama ottocentesca con riferimenti all’attualità: il parallelismo tra la figura di Napoleone e quella di Berlusconi è delle volte esplicito. Il cast è internazionale: oltre al protagonista Elio Germano, da segnalare Monica Bellucci e Daniel Auteuil.
Con il corale Tutta la vita davanti (2008) Virzì realizza uno dei suoi film più amari. In questa commedia grottesca dai toni apocalittici sul mondo del lavoro, la vera protagonista della vicenda ambientata in un call center è la precarietà: lavorativa, sentimentale ed esistenziale. Nel cast compaiono Isabella Ragonese nella parte della protagonista decisa e combattiva, Sabrina Ferilli in un ruolo per lei insolito, e Micaela Ramazzotti.
Il film ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali: il Nastro d’argento e il Globo d’oro come miglior film, il Ciak d’oro come miglior film e miglior regia, oltre ai premi conferiti alle interpreti Sabrina Ferilli (Ciak d’oro, Nastro d’argento, Globo d’oro), Isabella Ragonese (Premio Biraghi come rivelazione dell’anno) e Micaela Ramazzotti (Premio Kinéo come miglior attrice non protagonista).
“Festival di Annecy, Cinema Italien” e Motorino Amaranto
Nell’ottobre del 2008 il “Festival di Annecy, Cinema Italien” consegna a Virzì il Premio Sergio Leone, riconoscimento all’intera sua opera. Nell’agosto dello stesso anno il regista torna con la sua troupe a Livorno per le riprese di L’uomo che aveva picchiato la testa, un film documentario sul cantautore Bobo Rondelli. Il film viene prodotto dalla Motorino Amaranto, casa di produzione fondata nel 2001 dallo stesso Virzì.
Sempre con la Motorino Amaranto gira nel 2009 a Livorno La prima cosa bella. Gli interpreti sono Micaela Ramazzotti, Valerio Mastandrea, Claudia Pandolfi, Stefania Sandrelli e Marco Messeri. Il film racconta le vicende della famiglia Michelucci dagli anni Settanta ai giorni nostri: protagonista è la bellissima Anna, madre esuberante che finisce per rovinare la vita ai propri figli, Bruno e Valeria. Bruno, dopo aver abbandonato Livorno per fuggire dalla madre, torna nella sua città natale per starle vicino negli ultimi giorni della sua vita.
Anni Duemiladieci
La prima cosa bella esce nelle sale il 15 gennaio 2010. Il film ha ricevuto diciotto candidature al David di Donatello, ottenendo tre riconoscimenti: per la miglior sceneggiatura, firmata dallo stesso Virzì con Francesco Bruni e Francesco Piccolo, per la miglior attrice protagonista (Micaela Ramazzotti) e il miglior attore protagonista (Valerio Mastandrea). Nel luglio 2010 a Taormina riceve il Nastro d’argento, premio assegnato dalla stampa cinematografica, come regista del miglior film dell’anno.
A La prima cosa bella vanno anche i nastri per la miglior attrice protagonista (Micaela Ramazzotti e Stefania Sandrelli per il ruolo di Anna), per la migliore sceneggiatura (Francesco Bruni, Francesco Piccolo e lo stesso Virzì) e per i migliori costumi (Gabriella Pescucci). Il film viene designato come film rappresentante il cinema italiano alla selezione del Premio Oscar 2011 al miglior film in lingua non inglese, non rientrando tuttavia nella cinquina finale.
Sodalizio amoroso con Micaela Ramazzotti
Il 17 gennaio 2009 Paolo Virzì si è sposato con l’attrice Micaela Ramazzotti, dalla quale il 1º marzo 2010 ha avuto il primogenito Jacopo ed il 15 aprile 2013 la secondogenita Anna. Nel Duemiladieci tiene un blog fotografico su “Il Post”. Nel 2010 inoltre partecipa in veste di doppiatore al film della Disney Ralph Spaccatutto, dove presta la voce al personaggio di Aspro Bill.
Nell’ottobre 2012 esce in Italia il suo decimo lungometraggio per il cinema Tutti i santi giorni, liberamente ispirato al romanzo La generazione di Simone Lenzi (anche cantautore nei Virginiana Miller): Guido e Antonia, la coppia protagonista della storia, sono interpretati da Luca Marinelli e dalla cantautrice Thony. Nel 2013 è il direttore della 31ª edizione del Torino Film Festival, contrassegnata da una crescita del 30% degli spettatori.
A gennaio 2014 esce in Italia il suo undicesimo lungometraggio per il cinema, ossia Il capitale umano. Il film, che è un riadattamento di un romanzo statunitense dello scrittore Stephen Amidon, affronta il tema della crisi finanziaria, ma soprattutto di valori, che caratterizza l’Italia contemporanea. Il film riscuote un generale consenso sia di pubblico che di critica, ma dà luogo a polemiche da parte di politici della Lega, per la maniera in cui verrebbe descritta la Brianza, il luogo scelto come ambientazione del film.
A maggio, il lungometraggio riceve diciannove candidature ai David di Donatello 2014 e ottiene sette riconoscimenti, fra cui quello riservato al miglior film. La pellicola vince anche sei Nastri d’argento, quattro Ciak d’oro e il Globo d’oro della stampa estera come miglior film italiano dell’anno. Nel settembre 2014 Il capitale umano viene designato come film rappresentante il cinema italiano alla selezione del Premio Oscar 2015 al miglior film in lingua non inglese, non rientrando tuttavia nella cinquina finale.
“La pazza gioia” e “Tolo Tolo”
Nel 2016 esce La pazza gioia, con Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi come protagoniste; la pellicola, presentata in anteprima nella sezione Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2016, ha conseguito cinque Nastri d’argento e cinque David di Donatello tra cui quello per il miglior film e la miglior regia.
A luglio dello stesso anno Paolo Virzì inizia le riprese di Ella & John – The Leisure Seeker (The Leisure Seeker), interamente girato in America che vede come protagonisti Donald Sutherland e Helen Mirren; è liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Michael Zadoorian; autori della sceneggiatura sono Francesca Archibugi, Francesco Piccolo, Stephen Amidon e lo stesso Virzì. Il film è stato presentato in concorso alla 74esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e successivamente a Toronto nella sezione Gala del TIFF 2017.
Nel 2019 collabora alla sceneggiatura del nuovo film di Checco Zalone “Tolo Tolo”.