Nella giornata odierna, la Chiesa celebra la festa liturgica della Cattedra di San Pietro, che ricorda la fondazione della Chiesa di Roma ad opera del primo degli Apostoli.
Papa Francesco ha commemorato l’evento pregando nella piccola cappella situata accanto alla sua stanza d’ospedale presso il Policlinico Gemelli. Le notizie provenienti dalla struttura sanitaria restano rassicuranti, come confermato dai medici Sergio Alfieri e Luca Carbone, che ieri si sono rivolti per la prima volta alla stampa mondiale per fornire aggiornamenti sulla degenza del Pontefice.
Papa Francesco, il piano per il ritorno a Santa Marta
I due specialisti hanno sottolineato che l’assenza di bollettini medici dettagliati è dovuta alla stabilità del quadro clinico. Pur trattandosi di un paziente fragile, Papa Francesco compie piccoli progressi quotidiani verso la guarigione. I focolai di infezione sono sotto controllo, ma il percorso di recupero richiederà ancora tempo. I medici hanno spiegato che, sebbene il rischio di sepsi – ovvero un’infezione del sangue che potrebbe intaccare altri organi – esista, al momento rimane solo una possibilità remota. L’evoluzione positiva ha portato il professor Alfieri a ipotizzare che il Santo Padre possa essere dimesso dall’ospedale nelle prossime settimane, se non sopraggiungeranno complicazioni.
Nel frattempo, in Vaticano, si sta già pianificando la fase post-ospedaliera. La residenza di Santa Marta, dove il Papa vive abitualmente, dovrà essere adeguata per garantire un ambiente il più possibile asettico, almeno nei primi tempi dopo il rientro. Attualmente, il Pontefice occupa stabilmente il primo piano della struttura, anche se utilizza solo alcune stanze. Il personale preposto sta studiando soluzioni per ridurre al minimo i rischi di infezioni, compatibilmente con le esigenze quotidiane del Papa.
Una delle sfide principali sarà conciliare la necessità di protezione con la volontà di Francesco di non limitare incontri pubblici e visite private. Si ipotizza l’installazione di filtri sanitari all’ingresso e la distribuzione di dispositivi di protezione, come mascherine. Tuttavia, indossare le mascherine potrebbe risultare complicato, considerato che il Pontefice, già durante la pandemia da Covid-19, aveva espresso difficoltà respiratorie a causa della bronchite asmatica cronica, condizione che lo accompagna da tempo. I medici hanno infatti chiarito che, pur guarendo dalla polmonite bilaterale che lo ha colpito, il Santo Padre dovrà convivere con la sua vulnerabilità polmonare. Un semplice sbalzo di temperatura, un colpo d’aria o un abbassamento delle difese immunitarie potrebbero causare nuove ricadute influenzali.