Vincenzo Gioacchino dei conti Pecci fu eletto papa nel 1878. L’intervento più significativo del suo pontificato fu l’enciclica Rerum novarum che costituì il fondamento teorico della dottrina sociale cattolica e rappresentò la risposta della Chiesa sulla questione operaia.
Papa Leone XIII, gli studi e il sacerdozio
Papa Leone XIII, il cui nome è Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi Pecci, nasce a Carpineto Romano il 2 marzo del 1810, figlio di Anna Prosperi Buzzi e di Ludovico Pecci: il padre, appartenente alla piccola nobiltà rurale, è colonnello e commissario di guerra.
Allievo del collegio viterbese dei gesuiti, Vincenzo mostra una predilezione speciale per lo studio del latino; a partire dal 1824, poi, studia teologia nel Collegium Romanum. Rimane qui fino al 1832, anno in cui comincia a studiare presso l’Accademia dei Nobili a Roma per il servizio diplomatico e amministrativo. Un impegno che lo tiene occupato fino al 1837, quando l’Arcivescovo di Ferrara Carlo Odescalchi lo ordina sacerdote.
Vincenzo Pecci Vescovo
L’anno successivo Pecci viene spedito a Benevento in qualità di delegato papale; con la stessa funzione viene inviato anche a Perugia, prima che papa Gregorio XVI nel 1843 lo nomini, con una cerimonia svolta in San Lorenzo in Panisperna, arcivescovo titolare di Damiata.
Nello stesso anno egli viene spedito in Belgio come nunzio apostolico: tuttavia re Leopoldo I richiede alla Santa Sede di allontanare Pecci, che sostiene l’episcopato belga in opposizione proprio al governo.
Il ritorno in Italia
Tornato in Italia, Vincenzo viene nominato arcivescovo ad personam di Perugia nel gennaio del 1846. Rimane nella città umbra per più di tre decenni, fino al 1877: in questo periodo viene nominato cardinale e realizza più di cinquanta chiese nel territorio diocesano.
Il pontificato
Divenuto camerlengo della Chiesa cattolica in seguito alla morte del segretario di Stato Antonelli, Pecci viene eletto papa il 20 febbraio del 1878, all’età di sessantotto anni, dopo un conclave durato solo due giorni: diventa, così, il successore di papa Pio IX, assumendo il nome di papa Leone XIII.
Leone XIII viene incoronato il 3 marzo di quell’anno nella Cappella Sistina: il nome Leone, che rappresenta un omaggio a papa Leone XII, da lui molto stimato durante gli anni della gioventù, costituisce un indizio della volontà del nuovo pontefice di impostare un cambiamento profondo nell’impostazione del proprio ruolo.
Già nel suo primo anno di pontificato, egli ordina la riapertura del processo di canonizzazione della beata Battista, cioè Camilla da Varano, e scrive due encicliche: “Inscrutabili Dei Consilio” e “Quod Apostolici Muneris“, che rappresenta la prima enciclica sociale mai realizzata da un pontefice.
All’anno successivo risale “Aeterni Patris“, nella quale viene rilanciata la filosofia tomista, considerata quella più in linea con il messaggio cristiano e quella più idonea alla riforma di una società che si sta secolarizzando sempre di più.
Sul matrimonio e il divorzio
Nel 1880 il pontefice di Carpineto Romano scrive l’enciclica “Arcanum Divinae Sapientiae“, la prima dedicata alla famiglia e alla questione del matrimonio cristiano, il cui valore viene esaltato proprio per difendere la famiglia ed è testimoniato dalla dignità di sacramento che Gesù gli ha concesso.
In questa enciclica Leone XIII non condanna solo il divorzio, ma anche il matrimonio civile, riaffermando la disciplina del matrimonio cristiano e il potere giudiziario e legislativo esclusivo della Chiesa in questo ambito.
Sul rapporto tra chiesa e politica
Dopo “Sancta Dei Civitas“, dedicata all’attività missionaria, nel 1881 Leone XIII scrive l’enciclica “Diuturnum“, in cui si affronta il tema del rapporto tra politica e religione, specificando che la Chiesa non predilige alcun regime politico a patto che il diritto di Dio venga sempre rispettato.
Nel 1885, due anni dopo “Supremi Apostolatus Officio“, Leone XIII dà vita all’enciclica “Immortale Dei“, nel quale prende in esame la questione del ruolo dei cattolici nelle nazioni moderne.
Rerum Novarum
La sua enciclica più importante, però, è il “Rerum Novarum“, ritenuta ancora oggi il testo alla base della dottrina sociale cristiana moderna: in esso si parla dei diritti e dei doveri del lavoro e del capitale, con un tentativo di incontro tra le istanze del liberismo economico capitalista e le posizioni socialiste.
Nel 1888, invece, il pontefice scrive “Libertas“, enciclica nella quale mette in evidenza l’irragionevolezza della separazione tra Stato e Chiesa: secondo papa Leone XIII, tutta la società è da ritenersi religiosa, e la religione va considerata come un bene comune.
Nello stesso periodo, un comitato internazionale comprensivo di personalità rappresentanti della politica e della cultura di diversi Paesi europei propone la costruzione a Roma di un monumento dedicato a Giordano Bruno; la Santa Sede si oppone nettamente a tale iniziativa, e nel gennaio del 1888 a Roma vanno in scena manifestazioni da parte degli studenti della città, con scontri e rivolte repressi dalla polizia, che arriva addirittura a chiudere l’università.
Gli ultimi anni
Benché la salute di Leone XIII apparisse cagionevole già al momento della sua elezione, egli rimane pontefice ben oltre i novanta anni di età. Anche negli ultimi anni di vita, continua a studiare il latino e a mantenere lo stile di vita di sempre: poche ore di sonno, niente fumo, molte passeggiate in giardino e pasti frugali. Il suo stile alimentare prevede un’ala di pollo al mattino, qualche tazza di brodo ristretto, del petto di pollo alla sera, tuorli d’uovo con marsala, vino.
Il 5 febbraio del 1903, pochi mesi prima di morire, egli incide su un disco l’apostolica benedizione e la declamazione in latino dell’Ave Maria: in questo modo, complice l’invenzione del fonografo, la sua parola può giungere ai cattolici in tutti gli angoli del mondo.
Papa Leone XIII muore alle quattro del pomeriggio del 20 luglio del 1903, dopo un’agonia piuttosto lunga: sin dalla mattina del 5 luglio, i fedeli erano radunati in piazza San Pietro in attesa dell’annuncio del decesso. Il suo corpo viene seppellito nella Basilica di San Giovanni in Laterano; il pontefice successivo sarà il Patriarca di Venezia Giuseppe Sarto, eletto con il nome di Pio X.