Site icon Occhio Notizie

Chi era Papa Pio XI, il primo sovrano della Città del Vaticano: biografia e carriera

Ambrogio Damiano Achille Ratti, ossia Papa Pio XI, nacque a Desio il 31 maggio del 1857 e morì il 10 febbraio 1939 nella città del Vaticano. È stato il duecento cinquantanovesimo vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 1922 alla sua morte. Dal 7 giugno 1929 fu il primo sovrano del nuovo Stato della Città del Vaticano.

Chi era Papa Pio XI? Ecco la biografia e la carriera

Ambrogio Damiano Achille Ratti nasce il 31 maggio del 1857 a Desio, figlio di Francesco e di Teresa Galli. Cresciuto con gli insegnamenti del sacerdote Giuseppe Volontieri e di don Damiano Ratti, suo zio, entra in seminario a soli dieci anni: dapprima in quello di San Pietro a Seveso, poi a Monza.

Quindi, si sposta nel Collegio San Carlo a Milano, per poi ottenere la licenza liceale al “Parini“. Dopo essere entrato nel Seminario teologico di Milano, viene trasferito al Seminario Lombardo di Roma nell’ottobre del 1879: due mesi più tardi viene ordinato sacerdote.



Nel 1882 Achille ottiene la laurea in teologia presso la Pontificia Facoltà della Sapienza, quella di diritto canonico presso l’Università Gregoriana e quella di filosofia presso la Pontificia Accademia di San Tommaso.

Tornato all’ombra della Madonnina, insegna teologia dogmatica e sacra eloquenza al Seminario teologico; nel 1888 fa parte dei dottori della Biblioteca Ambrosiana, di cui diviene prefetto nel 1907. Ha l’occasione, in questo ruolo, di trascrivere e pubblicare documenti d’archivio e codici molto rari.

Tra i suoi meriti si segnalano il riordinamento della Pinacoteca Ambrosiana, della Biblioteca della Certosa di Pavia e del Museo Settala, ma anche il restauro dei codici del Capitolo del Duomo di Milano. Nel frattempo, è cappellano delle Suore di Nostra Signora del Cenacolo di Milano, e nel tempo libero si dedica alla sua passione, l’alpinismo, scalando il Monte Rosa e il Monte Bianco.



Nel 1912 Don Achille Ratti viene chiamato da Papa Pio X a Roma come vice prefetto della Biblioteca Vaticana: due anni più tardi diventa prefetto. Nel 1918, tuttavia, deve abbandonare il compito: Papa Benedetto XV, infatti, lo spedisce in Lituania e in Polonia per ricostituire la Chiesa – dopo la guerra – in quelle nazioni come Visitatore apostolico.

La Polonia, tuttavia, nell’estate del 1920 viene invasa dai bolscevichi: mentre tutti i diplomatici si danno alla fuga, Achille, diventato Nunzio, decide di rimanere al suo posto; lascerà comunque il Paese alla fine dell’anno, su richiesta del Pontefice, per diventare Arcivescovo di Milano e soprattutto ricevere la nomina cardinalizia.



L’8 dicembre del 1921 inaugura l’Università Cattolica del Sacro Cuore, per cui si era battuto in passato insieme con padre Agostino Gemelli.

Il 22 gennaio del 1922 muore Benedetto XV; il 2 febbraio 53 cardinali si riuniscono in Conclave, e quattro giorni dopo la fumata bianca sancisce l’elezione a Papa di Achille Ratti, che ottiene 42 voti.

Il cardinale brianzolo sceglie il nome di Pio XI, e dalla loggia esterna di San Pietro (chiusa da oltre cinquant’anni, da quando il Vaticano era stato inglobato nel Regno d’Italia) impartisce la benedizione Urbi et orbi.

In effetti uno dei punti programmatici del nuovo Pontefice va individuato nella riconciliazione tra l’Italia e la Santa Sede, all’insegna del motto da lui scelto “Pax Christi in regno Christi“.



Le encicliche

La prima enciclica di Pio XI risale al 23 dicembre del 1922, e si intitola “Ubi arcano“; l’11 febbraio del 1929, invece, la Santa Sede riconosce ufficialmente Roma capitale dello Stato italiano e il Regno d’Italia, mentre l’Italia riconosce lo Stato Vaticano.

Il 31 dicembre dello stesso anno l’enciclica “Divini illius Magistri” rivendica alla famiglia e alla Chiesa il diritto inviolabile di educare i giovani, con precedenza rispetto allo Stato: in particolare, l’educazione fornita dalla Chiesa serve a formare il vero cristiano, e il suo scopo è quello di collaborare con la grazia di Dio.

Esattamente un anno più tardi, il 31 dicembre del 1930, la “Casti connubii“, che rievoca l'”Aracnum Divinae” di Leone XIII, condanna il neopaganesimo colpevole di sostenere l’emancipazione della donna e che rischia di mettere in pericolo l’unità matrimoniale creata da Dio nella famiglia.

Il 15 maggio del 1931, invece, viene diffusa la “Quadragesimo anno“, che a sua volta si rifà alla “Rerum novarum” di Leone XIII, e che pone le basi per il cattolicesimo sociale. Al 20 dicembre del 1935, invece, risale “Ad Catholici sacerdotii“, in cui viene esaltata la missione del sacerdozio cattolico.



Il pontificato

Nel corso del pontificato di Papa Pio XI, vengono canonizzati Thomas More e John Fisher, il fondatore dei Salesiani Giovanni Bosco e Teresa del Bambino Gesù, mentre sono dichiarati dottori della Chiesa Roberto Bellarmino, Pietro Canisio, Alberto Magno e Giovanni della Croce. In tutto, i santi e beati proclamati sono rispettivamente 33 e 496.

Nel 1937, Papa Pio XI si scaglia contro il nazionalsocialismo tedesco e il comunismo stalinista sovietico, le due ideologie politiche totalitarie e violente che condizionano i destini dell’Europa in quel momento: l’enciclica “Mit Brennender Sorge” (“Con viva ansia”) del 14 marzo è indirizzata al Reich nazista, mentre la “Divini Redemptoris” del 19 marzo è diretta al comunismo ateo.

Ratti parla di un comunismo che ha distrutto la civiltà e la religione cristiana, con la condanna ai lavori forzati di sacerdoti e vescovi, mentre, a proposito di quel che accade in Germania, sottolinea l’illegalità delle violente misure adottate, oltre alla necessità di consentire la manifestazione libera della propria volontà.



La conciliazione dello stato

Nel febbraio del 1939, in occasione del decimo anniversario della conciliazione con lo Stato, il Pontefice convoca tutti i vescovi italiani a Roma. Papa Pio XI, tuttavia, muore il 10 febbraio, a causa di un attacco cardiaco conseguente a una lunga malattia: il giorno dopo avrebbe dovuto pronunciare un discorso, studiato da tempo, in cui avrebbe denunciato le persecuzioni razziali tedesche e la violazione da parte del governo fascista dei Patti Lateranensi.

Il discorso viene fatto distruggere dal Cardinal Segretario di Stato Pacelli, desideroso di stabilire relazioni serene con l’Italia e con la Germania: verrà reso noto solo nel 1959, durante il pontificato di Papa Giovanni XXIII, quando ne verranno pubblicati alcuni pezzi.

Exit mobile version