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La paralisi di Bell collegata al vaccino Pfizer | Sintomi, rischi e cura

Cos’è la paralisi di Bell, quali sono i tempi di recupero e della riabilitazione e com’è collegata al vaccino anti Covid? La paralisi di Bell è una forma di paralisi facciale risultante da una disfunzione del VII nervo cranico (nervo facciale), che provoca l’incapacità di controllare i muscoli del viso dal lato colpito. Un 61enne inglese l’ha riscontrata dopo le due somministrazioni di vaccino anti Covid Pfizer. Ma come funziona esattamente questa patologia, qual è la migliore terapia, quanto incide lo stress e si può ottenere l’invalidità civile?

Cos’è la paralisi di Bell e cosa c’entra col vaccino Pfizer

La paralisi di Bell è una forma di paralisi facciale risultante da una disfunzione del VII nervo cranico (nervo facciale), che provoca l’incapacità di controllare i muscoli del viso dal lato colpito. Diverse condizioni patologiche possono causare paralisi facciale, ad esempio un tumore cerebrale, l’ictus e la malattia di Lyme. Tuttavia, se nessuna causa specifica può essere identificata, la condizione è nota come paralisi di Bell. Chiamata in questo modo in onore dell’anatomista scozzese Charles Bell, che per primo la descrisse, la paralisi di Bell è la più comune forma di mononeuropatia acuta (malattia che coinvolge un solo nervo) ed è la causa più comune di paralisi acuta monolaterale del nervo facciale.

La paralisi di Bell è definita come una paralisi idiopatica unilaterale del nervo facciale, di solito autolimitante. La caratteristica di questa condizione è l’insorgenza rapida di paralisi parziale o completa che si verifica spesso durante la notte. In rari casi (circa l’1%), può verificarsi con un interessamento bilaterale, con conseguente paralisi facciale totale.


 

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Si ritiene che una condizione infiammatoria porti alla tumefazione del nervo facciale. Il nervo viaggia attraverso il cranio in un canale osseo stretto che decorre sotto l’orecchio. La tumefazione e la compressione del nervo nello stretto canale osseo condurrebbero alla disfunzione del nervo, a un danno persistente fino alla morte del nervo stesso. A oggi per la paralisi di Bell non è stata identificata alcuna causa certa.

Si è visto che i corticosteroidi sono in grado di migliorare la situazione clinica del paziente, mentre gli anti-virali sembrano essere privi di efficacia. In ogni caso anche per i corticosteroidi è necessario instaurare un trattamento precoce per avere un qualche risultato. La maggior parte dei soggetti guarisce spontaneamente e ritorna a una quasi completa normalità delle funzioni. Molti mostrano segni di miglioramento già 10 giorni dopo l’esordio della malattia, anche senza che sia stato instaurato alcun trattamento. Spesso l’occhio del lato colpito non può essere chiuso completamente (lagoftalmo). Per tale motivo è necessario proteggerlo dal rischio di una eccessiva secchezza. In particolare modo attraverso questo meccanismo la cornea può essere danneggiata in modo permanente con conseguente indebolimento della vista. In alcuni casi i portatori di protesi dentarie soffrono qualche disagio.

Potrebbe esserci la paralisi facciale tra gli effetti collaterali del vaccino anti Covid di Pfizer. Un 61enne inglese ha avuto infatti due paralisi facciali dopo le iniezioni di Pfizer, dunque sia dopo la prima che dopo la seconda dose di siero. Un caso di cui si è parlato sulla rivista BMJ Case Reports da Abigail Burrows, del Royal Surrey County Hospital NHS Foundation Trust, a Guildford.

La paralisi di Bell: le cause

Questo “meccanismo” così sofisticato può essere compromesso nel suo punto più delicato: il  passaggio dietro l’orecchio, dove lo spazio è minore. Qui infatti se il nervo si ispessisce e subisce una compressione, la trasmissione dei segnali nervosi non può più avvenire correttamente e si manifesta quindi la paralisi di Bell che blocca i muscoli del viso (paresi facciale).


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Paralisi di Bell: cura, terapia e tempi di recupero

Occorre rivolgersi subito ad un neurologo, per escludere altre patologie. La  paresi di Bell è causata quasi sempre da disturbi comuni dell’orecchio, come un’otite o un colpo d’aria, o l’Herpes Zoster, il virus che causa il “fuoco di Sant’ Antonio” e che può colpire anche l’orecchio. Le terapie per la paralisi di Bell  prevedono cortisone per trattare l’infiammazione, causa della compressione del nervo. A questo si associano vitamine del gruppo B per aiutare la rigenerazione del nervo stesso. La guarigione va dai venti giorni ad un massimo di due mesi.

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