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Patatina superpiccante, Antitrust blocca le vendite: pubblicizza sfida online pericolosa per salute

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La patatina super piccante

Dall’Antitrust stop alla patatina super piccante. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha concluso con impegni il procedimento avviato nei confronti della società Dave’s, distributrice del prodotto “Hot Chip Challenge”. In particolare, gli impegni prevedono che Dave’s non commercializzi e non pubblicizzi più l’articolo e che lo rimuova dai suoi listini di vendita.

Patatina super piccante, stop dall’Antitrust

La società distribuiva “Hot Chip Challenge”, uno snack a base di patate con ingredienti per renderlo particolarmente piccante, incitando soprattutto i giovani – alla maniera di una sfida – a consumarlo senza bere e resistendo alla sua piccantezza.

L’Autorità ha ritenuto che gli impegni presentati dalla società siano idonei a far cessare i profili di illegittimità della pratica commerciale contestati nella comunicazione di avvio dell’istruttoria ovvero l’induzione ad una sfida rivolta, perlopiù, a consumatori adolescenti (diffusa anche attraverso i social media) e la non adeguata rappresentazione delle informazioni sui rischi per la salute connessi all’uso del prodotto. Inoltre l’Antitrust contestava la mancanza di informazioni rilevanti su un prodotto alimentare che poteva mettere in pericolo la salute e la sicurezza dei consumatori, specie se bambini o adolescenti.

La decisione

Con questa decisione l’Autorità è intervenuta con successo per tutelare i consumatori più giovani e più influenzabili da messaggi che li inducono a mangiare prodotti anche pericolosi, facendo leva sulla loro propensione ad accogliere le sfide lanciate sui social media.

In particolare, – si legge nel documento dell’Antitrust – gli impegni proposti da Dave’s consistono nel non commercializzare più il prodotto “HotChip Challenge“, non pubblicizzare più sul sito internet e sui social il prodotto “HotChip Challenge” nonch cancellare dai suoi listini (B2B e B2C) il prodotto “HotChip Challenge”. Gli impegni appaiono dunque “pienamente idonei a rimuovere gli elementi di illiceità delineati in sede di avvio dell’istruttoria. Si ritiene dunque che gli impegni presentati soddisfino i requisiti previsti dal Codice del Consumo. Si può dunque chiudere il procedimento senza accertare l’infrazioni“.

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