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Bambotto, il cervo che entrava in casa ucciso a fucilate: “Era la mia compagnia da anni”

Il cervo Bambotto, cresciuto con amore dagli abitanti di Pecol – frazione del comune di Val di Zoldo, provincia di Belluno – è stato ucciso a fucilate. Bambotto entrava tranquillamente in casa a caccia di carezze e anche di un po’ cibo. Come riporta Il Messaggero, del cervo si è era occupata anche la trasmissione Rai “Linea Bianca” con Massimiliano Ossini.

Bambotto il cervo che entrava nelle case di Pecol ucciso a fucilate

“È stato ucciso da una persona che conosceva – si legge nel post del sito animalista Claretta la cerva del Comelico -, della quale evidentemente si fidava. Ma noi sappiamo chi sei – dicono rivolgendosi al giovane ritenuto responsabile del gesto -, un ragazzino locale che pensa di essere un grande uomo per aver sparato. Ci è arrivata la tua foto, ora fatti avanti, per un semplice confronto“.

Una donna, con la quale Bambotto aveva stretto una particolare amicizia, ha affidato ai social un post colmo di dolore e indignazione: “Era nato 7 anni fa a Pecol scrive la donna – e da subito la sua mamma Minerva lo aveva portato sullo zerbino di Giorgio, affidandolo a noi abitanti e fidandosi come aveva fatto lei per tutta la sua vita. Da allora è diventato il nostro amatissimo cervo. Era diventato bellissimo e maestoso e credo che siano davvero pochi quelli che non lo conoscevano. Lo potevi incrociare per strada mentre raggiungeva tutte le frazioni limitrofe e si fermava a mangiare ovunque da chi lo amava come noi. Spesso mi entrava in casa – ricorda la donna – e poi era un impresa farlo uscire, perché i suoi palchi erano immensi. Ho trascorso anni stupendi e mi teneva tanta compagnia, perché se decideva di restare si addormentava sulle scale o davanti alla porta di ingresso, mi seguiva ovunque docilmente“.


Dolore e indignazione per la morte di Bambotto

Ma ora Bambotto non c’è più, “è morto – scrive ancora la donna -. Ammazzato da uno che crede di aver compiuto un’impresa e invece si è solo marchiato a vita come un poveraccio che ha sparato a un animale che ti mangiava dalle mani e si faceva coccolare fino ad addormentarsi tranquillo. Cosa può esserci nel cuore di un caso umano che uccide per puro divertimento?

“La caccia – conclude la donna – è una barbarie senza alcun senso. Con tutto il dolore possibile voglio dire a questo essere che lo disprezzo dal profondo dell’anima e siccome confido in una sorta di equilibrio tra il bene e il male, aspetto di vedere come sarai ricompensato. Vergognati“.

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