I pensionati che intraprendono un nuovo lavoro come dipendenti possono ora ricevere l’indennità di malattia in caso di malattia che comporti l’assenza dal lavoro. Questa novità è stata introdotta dall’Inps attraverso una nuova circolare che ha completamente rivisto le disposizioni precedenti, in vigore dal 2006.
I pensionati che lavorano possono ottenere l’indennità di malattia
Numerosi pensionati che, dopo aver lasciato il loro lavoro, trovano un nuovo impiego come dipendenti, potranno ora ricevere l’indennità di malattia in caso di malattia che impedisca loro di lavorare. Questa novità è stata comunicata dall’Inps attraverso una circolare che modifica radicalmente la posizione dell’Istituto, rispetto a quanto stabilito dal 2006 fino ad oggi. Tuttavia, ci sono alcune eccezioni: ad esempio, i lavoratori iscritti alla Gestione separata dell’Inps non avranno diritto all’indennità, ma non saranno nemmeno obbligati a versare i contributi correlati.
Cosa cambia
Fino a poco tempo fa, la regola stabiliva che i pensionati non potessero ricevere l’indennità di malattia. Questo perché, secondo la logica dell’Inps, l’indennità era concepita per compensare la perdita di guadagno. Tuttavia, per i pensionati, la perdita non era così significativa, poiché l’assegno mensile della pensione era già in grado di soddisfare le esigenze economiche. La nuova direttiva, invece, stabilisce che un lavoratore pensionato che si ammala ha diritto a ricevere un’indennità. “In base all’attuale normativa, è possibile garantire la protezione previdenziale in caso di malattia ai lavoratori che, pur essendo titolari di un trattamento pensionistico, intraprendono un nuovo rapporto di lavoro dipendente”, si afferma. Poiché l’indennità è destinata a “compensare la perdita di reddito, è chiaro che tale riconoscimento mira a proteggere il lavoratore che, trovandosi in malattia – pur continuando a ricevere la pensione – perde il reddito supplementare derivante dalla nuova occupazione”.
Tra le ragioni di questa svolta, vi è il fatto che i datori di lavoro sono obbligati a versare i contributi per malattia anche per i dipendenti che sono pensionati. Questi contributi sono destinati a fornire un supporto economico in caso di malattia del lavoratore. Pertanto, perché non erogare il beneficio derivante da tali contributi quando necessario?
In un contesto più ampio, l’Inps ha riconosciuto che il mercato del lavoro e le relative normative hanno subito notevoli cambiamenti negli ultimi diciannove anni. È diventato più comune per i pensionati cercare nuove opportunità lavorative, e la legislazione attuale facilita questo processo, ampliando i limiti entro cui i lavoratori in pensione possono intraprendere una nuova attività. “Le attuali disposizioni normative permettono ai titolari di una pensione di avviare un nuovo rapporto di lavoro dipendente, sebbene con alcune limitazioni legate al regime di incumulabilità, acquisendo così lo status di pensionato lavoratore”.
Chi non ha diritto all’indennità di malattia
Questa normativa si applica esclusivamente ai settori, alle qualifiche e ai contratti che prevedono il versamento dei contributi per la malattia, consentendo così ai lavoratori di ricevere l’indennità. È importante notare che tutte le pensioni che non possono essere cumulate con redditi da lavoro escludono la possibilità di ottenere un nuovo impiego e, di conseguenza, di ricevere l’indennità di malattia.
La principale categoria esclusa è quella dei lavoratori iscritti alla Gestione separata dell’Inps, come i liberi professionisti e gli autonomi. Per questi soggetti, non è prevista alcuna indennità di malattia se già percepiscono una pensione. Inoltre, non avranno nemmeno l’obbligo di versare i contributi relativi.
Infine, non ci sono buone notizie nemmeno per gli operai agricoli a tempo determinato: hanno diritto all’indennità finché rimangono iscritti negli elenchi degli Otd, e possono mantenere questa iscrizione fino al 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui hanno lavorato. Tuttavia, se iniziano a percepire la pensione, non possono ricevere l’indennità, a meno che non abbiano un contratto attivo.