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Pensioni, chi potrà uscire dal lavoro a 64 anni: la novità nella manovra del governo Meloni

quando arrivano pensioni ottobre

Foto di repertorio

Con un emendamento della Lega alla manovra 2025, votato in Commissione, viene introdotta la possibilità di uscita anticipata nel sistema contributivo a 64 anni, attraverso il cumulo tra previdenza obbligatoria e complementare per raggiungere l’importo soglia. Critica la Cgil: “Si peggiorano nuovamente i requisiti”.

Pensioni, chi potrà uscire dal lavoro a 64 anni, la novità

Novità per le pensioni anticipate: dal 2025 sarà possibile sommare i contributi della previdenza obbligatoria e quelli versati nei fondi pensionistici complementari, facilitando l’accesso alla pensione anticipata a partire dai 64 anni. Con un emendamento proposto dalla Lega alla manovra 2025, a firma della deputata Nisini, riformulato in commissione Bilancio alla Camera, viene modificata la flessibilità in uscita.

In pratica, i lavoratori con un sistema totalmente contributivo potranno andare in pensione anticipatamente a partire dai 64 anni, combinando i contributi obbligatori con quelli versati nei fondi pensionistici complementari. Tuttavia, per poter usufruire di questa misura, sarà necessario che l’importo della pensione accumulata raggiunga almeno tre volte l’assegno sociale. L’emendamento, che entrerà in vigore nel 2025, offre maggiore flessibilità per l’uscita dal lavoro, consentendo a chi ha contribuito sia al sistema previdenziale obbligatorio che a quello complementare di andare in pensione prima del previsto.

Come funziona la pensione anticipata a 64 anni e cosa cambia con l’emendamento della Lega

Il nuovo meccanismo introdotto dalla legge di Bilancio riguarderà principalmente coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996, che potranno sommare alla pensione maturata anche quella derivante dai fondi pensione. In questo modo sarà più semplice raggiungere il requisito delle tre volte l’assegno sociale, ovvero circa 1.600 euro.

Attualmente, la pensione anticipata a 64 anni con 20 anni di contributi è prevista per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 e si trova nel sistema contributivo. Questa possibilità è comunque subordinata al raggiungimento di un assegno pensionistico pari almeno a tre volte l’assegno sociale (534,41 euro mensili), un requisito difficile da soddisfare, anche perché lo scorso anno il governo Meloni ha aumentato la soglia, passando da 2,8 volte, come previsto dalla legge Fornero, a 3 volte.

Grazie all’emendamento della Lega, dal 2025 sarà possibile raggiungere questo importo anche con i contributi versati nei fondi pensione integrativi. Tuttavia, per poter accedere a questa misura, saranno necessari requisiti contributivi più stringenti: 25 anni di contributi dal 2025 e 30 anni a partire dal 2030.

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