Cronaca

Perché l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano è stato condannato a 13 anni e 2 mesi

Perché l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, è stato condannato a 13 anni e 2 mesi di reclusione? La sentenza emessa dal tribunale di Locri nei confronti di Lucano è quasi il doppio degli anni di pena chiesti dalla pubblica accusa (7 anni e 11 mesi). Lucano era imputato di associazione per delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Perché Mimmo Lucano è stato condannato?

L’ex sindaco, noto in tutto il mondo per la sua politica di accoglienza, era stato arrestato e posto ai domiciliari il 2 ottobre 2018 dalla Guardia di finanza per presunte irregolarità proprio nella gestione dei migranti. Lucano e la sua compagna avrebbero infatti architettato degli espedienti volti ad aggirare la disciplina prevista dalle norme nazionali per ottenere l’ingresso in Italia. In particolare, da intercettazioni telefoniche, sarebbe emerso il suo ruolo nell’organizzare “matrimoni di convenienza” tra cittadini del posto e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano.

La requisitoria del pm

Il pubblico ministero di Locri, Michele Permunian, nel corso della sua requisitoria aveva affermato che “a Riace comandava Lucano. Era lui il dominus assoluto, la vera finalità dei progetti di accoglienza a Riace era creare determinati sistemi clientelari. Lucano ha fatto tutto questo per un tornaconto politico-elettorale e lo si evince da diverse intercettazioni. Contava voti e persone. E chi non garantiva sostegno veniva allontanato”.

Mimmo Lucano: “Nemmeno a un mafioso”

“Nemmeno a un mafioso”. Così Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, commenta la condanna di 13 anni e due mesi di reclusione nel processo “Xenia”, svoltosi al tribunale di Locri, sui presunti illeciti nella gestione dei migranti. “Oggi sono morto dentro. Non c’è più giustizia” ha aggiunto. “Questa è una vicenda inaudita. Sarò macchiato per sempre per colpe che non ho commesso. Mi aspettavo un’assoluzione”.

Cos’è il modello Riace

Mimmo Lucano è l’uomo del “modello Riace”, un sistema di integrazione e accoglienza “diffusa” messo in campo nel comune della Locride di cui era sindaco, col tempo diventato così popolare da far finire nel 2016 lo stesso Lucano nella lista dei 50 leader più influenti del mondo della rivista Fortune. Il “modello Riace”, paesino di 2.000 abitanti a 125 chilometri da Reggio Calabria, era basato su un rovesciamento di prospettiva: i migranti non come un problema da risolvere ma come un’opportunità per contrastare lo spopolamento e salvaguardare attività artigianali e vecchi mestieri altrimenti destinati a scomparire, ospitati nelle vecchie case del borgo in alloggi indipendenti e inseriti nel tessuto cittadino. Il sistema prevedeva che i fondi stanziati dal governo per l’accoglienza venissero trasformati in “borse lavoro”, coinvolgendo cooperative locali, ed era stata creata una “moneta” alternativa che i migranti potevano usare in alcune attività commerciali riacesi per acquistare cibo, vestiti e ricariche telefoniche, per permettere autonomia e integrazione.

A Riace i primi stranieri arrivarono nel 1998 quando una nave proveniente dalla Turchia e con 66 uomini, 46 donne e 72 bambini curdi si avvicinò alle coste calabresi. L’associazione Città Futura nacque pochi anni dopo: l’ex sindaco ricordava che l’idea gli venne osservando come se Riace Marina era affollata durante la stagione estiva, Riace Superiore, era invece svuotata dei suoi abitanti partiti a lavorare al nord. Nel 2004 arrivò la prima candidatura a sindaco, subito vincente. Così Riace divenne il primo comune italiano, assieme a Trieste, a partecipare al sistema per l’accoglienza Sprar che venne poi smantellato da Salvini quando era ministro dell’Interno.

I guai iniziarono nel 2016 quando dalla Prefettura di Reggio Calabria venne inviato un ispettore che evidenziò criticità per gli aspetti amministrativi e organizzativi del “Modello Riace” salvato però da due successive valutazioni. Poi nel 2017 però la Procura di Locri iscrisse Lucano nel registro degli indagati per abuso d’ufficio, concussione e truffa aggravata. Lo stesso anno il ministero dell’Interno escluse Riace dai finanziamenti statali per il mantenimento del sistema d’accoglienza che dava una casa a 165 rifugiati.

Mimmo Lucano fu arrestato il 2 ottobre 2018 e messo agli arresti domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Dopo il periodo di detenzione nei suoi confronti, era stato applicato e poi revocato nei suoi confronti il divieto di dimora a Riace.