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Perseguita e picchia l’ex moglie: condannato a tre anni e quattro mesi

sapri moglie maltrattata 22 gennaio

Foto generica

Aggressioni ripetute, minacce e atti di persecuzione. Un 37enne di Nocera Inferiore è stato condannato in primo grado a tre anni e quattro mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali ai danni della ex moglie. La sentenza è stata emessa dal Gup del Tribunale di Nocera Inferiore al termine di un procedimento che ha ricostruito una serie di episodi di violenza avvenuti tra l’Agro nocerino e la Valle dell’Irno come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.

Nocera Inferiore, 37enne condannato per maltrattamenti sull’ex moglie

L’uomo, già denunciato in passato per gli stessi reati, non avrebbe accettato la fine della relazione con la donna, perseguitandola e aggredendola in più occasioni. Nel settembre scorso, l’arresto con l’accusa di maltrattamenti e lesioni. Nonostante la vittima avesse successivamente ritirato la denuncia, il procedimento è andato avanti d’ufficio. Dopo un periodo in carcere, il 37enne era stato posto ai domiciliari, con il Gip che aveva attenuato la misura cautelare in considerazione della cessazione dei rapporti tra i due.

Gli episodi di violenza

Le indagini, condotte dai carabinieri della stazione di Castel San Giorgio su delega della Procura di Nocera Inferiore, hanno ricostruito diversi episodi di aggressione. Tra questi, calci e pugni inflitti alla donna, fino a un attacco avvenuto poco prima dell’arresto: l’uomo l’avrebbe raggiunta per strada e le avrebbe sfondato il parabrezza dell’auto. Nei giorni successivi l’avrebbe seguita fino alla caserma dei carabinieri e all’abitazione della madre.

In un’altra occasione, il 37enne avrebbe affiancato l’ex moglie con l’auto, le avrebbe strappato il telefono dalle mani, mosso dalla gelosia, e l’avrebbe aggredita nuovamente per sapere con chi stesse parlando. Ai referti medici allegati alle denunce – poi ritirate – risultavano prognosi di 10 e 5 giorni per ferite ed escoriazioni subite dalla vittima.

La misura cautelare era stata richiesta dal pm nell’ambito della procedura del “codice rosso” e accolta dal Gip. Nei giorni scorsi, il Gup ha emesso la condanna in primo grado, riconoscendo la responsabilità dell’uomo. Una volta depositate le motivazioni della sentenza, l’imputato potrà valutare la possibilità di ricorrere in appello.

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