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Alla morte del marito scopre il tradimento e invia foto hot nell’ufficio dell’amante: condannata a Pesaro

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Alla morte del marito scopre il tradimento e, invasa dalla rabbia, invia foto spinte nell’ufficio dell’amante: la vedova di Pesaro Urbino è finita a processo e condannata a sei mesi e sei giorni di reclusione con l’accusa di revenge porn. Dovrà inoltre pagare oltre duemila euro di multa.

Pesaro, scopre tradimento alla morte del marito: invia foto a lavoro dell’amante

Nel 2022, il marito muore improvvisamente, lasciando alla vedova un’eredità… difficile da gestire. La donna, un’infermiera di 63 anni di Fano (Pesaro), dopo i funerali, scopre anni di infedeltà: cimeli intimi nascosti nel muro della cantina, numerose foto compromettenti dell’amante e persino video. Queste prove inconfutabili di un lungo tradimento avevano già messo a dura prova il matrimonio 15 anni prima. Accecata dalla rabbia, la donna decide di inviare quelle immagini compromettenti all’ufficio della rivale in amore. Tuttavia, questa vendetta si ritorce contro di lei: viene denunciata e condannata per revenge porn. La sentenza prevede sei mesi e sei giorni di reclusione, oltre a una multa di oltre duemila euro, il prezzo da pagare per aver rivelato quella relazione segreta. La storia è stata riportata da Il Resto del Carlino.

La vedova, alcuni mesi dopo la morte del marito, cercando di superare lo shock per la scoperta del tradimento, decide inizialmente di “restituire” alla rivale alcuni sex toys e lingerie sexy trovati in cantina. Foto e video compromettenti, invece, sono stati stampati e inviati in una busta chiusa direttamente al luogo di lavoro dell’amante. “I giudici hanno riconosciuto la non pericolosità della mia cliente, considerando la lieve entità della pena concordata”, ha dichiarato l’avvocato della vedova tradita a Il Resto del Carlino. “Si tratta di una donna profondamente ferita e distrutta, che ha immediatamente interrotto i suoi comportamenti, rendendosi conto che l’unico responsabile del tradimento era il marito defunto”.

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