Economia, Lavoro, Politica

Pnrr, il ministro Orlando ed il Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso

La piaga del lavoro sommerso, “in nero”, necessita di interventi risoluti e puntuali. Per lunghi anni il problema è stato semplicemente accantonato, rimandato, gravando sulle spalle delle nuove generazioni, che al momento della ricerca dell’impiego sono costrette a districarsi tra ingombranti ostacoli, frutto di ataviche convinzioni errate e di un malcostume dilagante. L’importanza di una pronta risposta al fenomeno è stata rimarcata più volte soprattutto in ambito internazionale. A tal fine, infatti, è nata la “Piattaforma contro il lavoro sommerso” tra le differenti sezioni del sito internet della Commissione europea. 
Anche in Italia, la consapevolezza di un urgente intervento ha spinto, lo scorso 28 febbraio, il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, a firmare il decreto istitutivo del Tavolo tecnico per l’elaborazione del Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso. In realtà, l’approvazione del Piano rappresenta un vulnus da colmare nel novero degli interventi previsti dal Pnrr. La definitiva entrata in vigore del suddetto Piano e degli interventi generici demandati al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è impellente e dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2022.


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Il Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso

Come si legge dal sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Tavolo tecnico, insediato il 3 marzo alla presenza del ministro Orlando, avrà lo scopo di “garantire la corretta e puntuale elaborazione del Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso”.  Nello specifico, “il Piano:

  • indica quali siano le misure più idonee per un efficace contrasto al lavoro sommerso;
  • delinea un’opportuna strategia d’indirizzo dell’attività ispettiva predisponendo anche piani annuali di ispezione articolati per tipologie di sommerso, settori produttivi e territori;
  • effettua una ricognizione delle analisi e dei dati più recenti riguardanti il fenomeno del lavoro sommerso;
  • individua i criteri per il monitoraggio del raggiungimento dei traguardi e degli obiettivi relativi al Piano secondo la tempistica prevista;
  • studia forme di denuncia da parte dei lavoratori costretti a lavorare in condizioni di lavoro irregolare;
  • favorisce il dialogo e la collaborazione con le parti sociali”.

Inoltre, il Ministero del Lavoro conferma che il Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso dovrà essere predisposto entro il 15 ottobre 2022, sulla scorta di quanto presentato dal Tavolo al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, che, successivamente, si preoccuperà di adottarlo con Decreto ministeriale entro il termine di cui sopra.

Ministro Orlando e Tavolo tecnico per il contrasto al lavoro sommerso

​”Quando si parla di lavoro sommerso in realtà si affrontano una serie di situazioni interconnesse fra loro, che spesso coesistono e si sovrappongono: dai lavoratori in condizione di clandestinità, al caporalato, alla mancata dichiarazione delle effettive ore di lavoro, al ricorso fraudolento al lavoro autonomo, fino alla pretesa di restituzione di parte del compenso”. Così il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando sul fenomeno, con la volontà di voler realizzare un efficace programma per il contrasto al lavoro sommerso. Il Piano nazionale, infatti, dovrà essere in grado di dettare regole fluide, capaci di affiancare quelle già previste dal nostro ordinamento. 

“Il fenomeno presenta diverse caratteristiche a seconda dei comparti coinvolti, tanto per le tipologie di impiego quanto per i territori geografici interessati. Il denominatore comune resta la violazione totale o parziale della normativa in ambito lavoro, sicurezza e fiscalità”, ha dichiarato inoltre Orlando.

Piano nazionale di lotta al lavoro sommerso e Pnrr

Come già accennato, l’approvazione del Piano nazionale di lotta al lavoro sommerso è una misura necessaria già prevista nel nutrito gruppo di interventi adducibili al Pnrr. La prima fase dell’elaborazione, ovvero fino al 15 ottobre 2022, sarò indispensabile per imbastire l’intero Piano, che poi dovrà essere attuato entro il 31 dicembre di quest’anno, attraverso un Decreto ad hoc.

Dallo stesso sito internet del Ministero si apprende che “il Tavolo tecnico garantirà nei prossimi mesi la corretta e puntuale elaborazione del Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso e fra le varie funzioni delineerà un’opportuna strategia d’indirizzo dell’attività ispettiva; studierà forme e modalità concrete di denuncia da parte dei lavoratori costretti a lavorare in condizioni di lavoro irregolare e favorirà il dialogo e la collaborazione con le parti sociali”.

Secondo il ministro Orlando, “al lavoro del tavolo si affiancherà costantemente un confronto con le parti sociali che riteniamo prezioso e che rappresenta attraverso il dialogo sociale un ruolo di rilievo per raggiungere gli obiettivi che la Commissione Europea si è posta in termini di lotta al lavoro sommerso e sarà di grande aiuto per le attività di questo Tavolo tecnico. Contrastare il lavoro nero in tutte le sue forme è un’assoluta priorità, perché le conseguenze si ripercuotono nell’immediato sulla salute e sicurezza dei lavoratori, ma anche nel futuro, ponendoli spesso in una condizione di povertà in termini previdenziali”.

L’equipe del tavolo tecnico per il contrasto al lavoro sommerso

Come è possibile leggere sul sito del Ministero, il tavolo tecnico è composto dal dott. Romolo De Camillis (con funzione di coordinatore), dott.ssa Tatiana Esposito, dott.ssa Anita Pisarro del Ministero del Lavoro, dalla vice pref. Cristina Ciciriello del Ministero dell’Interno, dal dott. Stefano Scarpetta – Direttore Lavoro e Affari sociali dell’Ocse, dal col. Paolo Consiglio della Guardia di Finanza, dalla dott.ssa Gabriella Di Michele dell’Inps, dal dott. Agatino Cariola dell’Inail, dal dott. Orazio Parisi dell’INL, dal gen. Gerardo Iorio del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, dalla dott.ssa Eliana Viviano della Banca d’Italia, dal dott. Raffaele Tangorra di Anpal, dott. Manuel Marocco, prof. Emilio Reyneri, prof. Marco Lai, prof.ssa Laura Calafà, prof.ssa Madia D’Onghia, dott. Marco Omizzolo, dott. Giuseppe Roma, prof. Vando Borghi, prof. Giulio Zanella, dott.ssa Alessandra Ingrao e dott.ssa Mariarita Giliberto in qualità di esperti, oltre che dal dott. Gennaro Caiazzo in rappresentanza della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. Inoltre il Tavolo si avvale del supporto di un gruppo tecnico di cui fanno parte dott. Oreste Nazzaro, dott. Edoardo Di Porto e dott.ssa Anna Chiara Giorio.

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