Cronaca

Shock a Roma, picchia la compagna incinta e la fa abortire colpendola con pugni alla pancia: “Non è mio figlio”

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Picchia la compagna incinta e la fa abortire colpendola con pugni alla pancia: “Sei certa che questo bambino sia mio?”, le ha urlato prima di aggredirla. Ora è sotto processo e rischia una pena di 4 anni di carcere.

Picchia la compagna incinta e la fa abortire con pugni alla pancia

Controllava la sua compagna, le impediva di comunicare con la madre, la umiliava e la picchiava. Ha continuato a maltrattarla con calci, pugni e morsi anche durante la gravidanza, tanto da causarle la perdita del bambino. Dopo un ennesimo episodio di violenza, la donna ha deciso di denunciare l’uomo, che ora è sotto processo per maltrattamenti, lesioni e procurato aborto, rischiando una pena di quattro anni di reclusione, come richiesto dal pubblico ministero.

Cosa è successo

Le aggressioni si sono susseguite quotidianamente dall’estate del 2023 fino alla fine di febbraio 2024. Questa era la realtà che una donna era costretta a vivere a causa del suo compagno violento. Lui la obbligava a vestirsi come desiderava, con abiti coprenti “per non attirare l’attenzione degli uomini”. Per impedirle di contattare la madre, le aveva distrutto il cellulare. La umiliava e la offendeva, anche in pubblico: in un’occasione, le alzò la gonna per verificare che indossasse la biancheria intima, insultandola nel processo.

Il pestaggio e l’aborto

Poi è arrivato il dubbio: “Sei sicura che sia mio figlio?”, le ha chiesto mentre era incinta di tre mesi. Da quel momento ha iniziato a picchiarla con calci, pugni e morsi. Gli episodi di violenza, nonostante fosse incinta di nove settimane, erano frequenti, come riportato dalla Repubblica. Dopo un primo schiaffo, le percosse sono diventate sempre più violente, lasciandola piena di lividi. Secondo il racconto della giovane, lui le avrebbe coperto la bocca per impedirle di urlare, per poi colpirla con pugni sulla pancia. In uno di questi attacchi, l’avrebbe colpita così brutalmente da causarle un aborto.

In seguito, dopo essere rimasta nuovamente incinta, ha subito un altro pestaggio. A quel punto, ha deciso di presentare denuncia, con le ferite documentate e una prognosi di 30 giorni. A supportarla c’era l’avvocata Flavia Colavita, della cooperativa Be Free. Il compagno, trentenne, è stato portato a processo con l’accusa di maltrattamenti, lesioni e procurato aborto, e i pubblici ministeri hanno richiesto una condanna di 4 anni di reclusione.

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