Quando scoppiò lo scandalo che lo coinvolse, Piero Marrazzo era un politico in piena ascesa. Dopo anni alla conduzione del programma Mi manda Rai3, molto apprezzato dai consumatori, nel 2005 era diventato presidente della Regione Lazio, sostenuto dall’Unione, la coalizione che avrebbe portato Romano Prodi a Palazzo Chigi nel 2006. Tuttavia, nell’ottobre del 2009, una notizia fece tremare la sua carriera: un video lo mostrava in compagnia di una ragazza trans, Natalie.
Piero Marrazzo e lo scandalo della ragazza trans: l’intervista 15 anni dopo
Quattro carabinieri cercarono di ricattarlo con quel video, e nel 2010 la Cassazione riconobbe il complotto orchestrato da questi militari corrotti. Nonostante ciò, dopo giorni di intense polemiche, Marrazzo decise di dimettersi da presidente della Regione, aprendo la strada a nuove elezioni, che videro la vittoria di Renata Polverini. La vicenda fu circondata da misteri, tra cui la morte di due persone legate al caso: il mediatore della vendita del video, morto di overdose, e una transessuale di nome Brenda, deceduta in un incendio doloso.
Quasi 15 anni dopo, Marrazzo torna a parlare di quel periodo in un’intervista al Corriere della Sera, in occasione dell’uscita del suo libro Storia senza eroi, in cui racconta ciò che accadde nel 2009.
Le parole di Marrazzo
“Il silenzio non aiuta grazie all’amore delle mie figlie ho capito che la nostra vita non si riduce a uno scandalo, ma è molto di più». Ricorda come, nonostante si fosse occupato di questioni delicate come Sanità e Rifiuti senza mai essere sospettato, venne comunque costretto a farsi da parte per via della vicenda.
Capisco che quello che ho fatto non era adeguato per un uomo pubblico non avevo adempiuto ai miei doveri verso le istituzioni e, soprattutto, non avevo protetto la mia famiglia. Se avessi frequentato una prostituta donna, l’impatto sarebbe stato decisamente minore“.