Pierre de Frédy, barone di Coubertin, chiamato solitamente Pierre de Coubertin fu stato un dirigente sportivo, pedagogista e storico francese, conosciuto per essere stato il fondatore dei moderni Giochi olimpici.
2 settembre 1937: muore Pierre de Coubertin, fondatore dei Giochi olimpici
Nato da una famiglia cattolica ed aristocratica a Parigi l’1 gennaio del 1863, Pierre de Coubertin fu ultimo di quattro figli di Charles Louis de Frédy, Barone di Coubertin e di Agathe Marie Marcelle Gigault de Crisenoy.
Il padre fu un pittore affermato (decorato nel 1865 con la Legion d’onore) i cui dipinti furono esposti a lungo presso il Salon parigino, vincendo numerosi premi. La madre fu una nobildonna che si dilettava nella musica, erede del castello di Mirville in Normandia. I fratelli maggiori di Pierre furono Paul, Albert e Marie.
Infanzia
Trascorse gran parte della sua infanzia tra tra il castello di Mirville, uno chalet nel borgo di Étretat affacciato sul canale della Manica, il Castello di Coubertin a Saint-Rémy-lès-Chevreuse e la casa parigina a cinque piani di Rue Oudinot e crebbe in un periodo storico in cui la Francia subì fortissimi cambiamenti, avendo modo di assistere in prima persona alla guerra franco-prussiana e alle relative conseguenze economiche e politiche, come l’avvento della Comune di Parigi e della Terza Repubblica.
Studi
Nel 1874 fu introdotto, dai genitori, all’Ecole Saint-Ignace in Rue de Madrid e fu educato secondo una formazione morale e religiosa di stampo gesuita.
Anche grazie all’assistenza di padre Caron, che lo introdusse agli studi dell’Antica Grecia e della filosofia classica, Pierrè fu uno dei migliori studenti della sua classe, divenendo così membro dell’accademia d’élite. A questi successi negli studi, seguì il baccalauréat in lettere nel 1880 e in scienze nel 1881, anno in cui terminò il suo percorso scolastico in quell’istituto.
Stando a quanto riporta “Wikipedia”, successivamente entrò a far parte dell’École spéciale militaire de Saint-Cyr, ma alla carriera militare preferì intraprendere quella da studioso, desiderando trattare e discutere di argomenti di varia natura, come l’educazione, la storia, la letteratura e la sociologia. Nel 1882 si iscrisse all’École libre des sciences politiques, laureandosi in legge nel 1885.
Il primo pensiero olimpico
Pare che l’idea di ridare vita ai Giochi Olimpici risalga al 1889, quando de Coubertin aveva 26 anni. La sua posizione sociale gli permise di scambiare opinioni in proposito con eminenti personalità della cultura dell’epoca, della politica e del mondo dello sport. Il barone cominciò così a darsi da fare attraverso la riorganizzata Union des sociétés françaises de sports athlétiques (USFSA).
La grande proposta
In Mémoires olympiques (che fu la celebrazione del quinto anniversario di questa organizzazione) colse la palla al balzo per dare vita ad una proposta a dir poco rivoluzionaria.
A Parigi, la sera del 25 novembre 1892 nel grande anfiteatro della Sorbona i festeggiamenti in onore dell’USFSA servirono a de Coubertin per lanciare, in presenza d’importanti personalità, il suo progetto più caro.
Concluse dunque il suo intervento celebrativo con quella che egli stesso più tardi immodestamente definì “un’immaginazione creativa”, cioè la proposta di riportare in vita i Giochi Olimpici.
Le difficoltà del progetto
Inizialmente questo progetto faticò a decollare e De Coubertin si dolse del fatto che la maggior parte dei suoi interlocutori, soprattutto in Francia, non sembrò compenetrare l’essenza del suo pensiero, che era quello di far rivivere l’Olimpismo.
Tuttavia ebbe anche la fortuna di essere meglio compreso da illustri personalità straniere, come l’inglese Charles Herbert, segretario della Amateur athletic association (AAA), e l’americano William M. Sloane, un professore dell’Università di Princeton. Nel già citato Mémoires olympiques, infatti, egli riassunse in otto punti il programma di studio di questa sorta di “triumvirato”.
L’affermazione del progetto
Nel corso di questa crescita del progetto Olimpico, De Cubertin soggiornò per ben quattro mesi negli Stati Uniti e, quasi contemporaneamente, il francese ritenne utile e necessario stabilire solidi contatti con diverse personalità di altri paesi, compresa la Grecia.
In patria de Coubertin portò sul suo progetto ad alcune personalità di rilievo delle scienze e delle lettere e perfino un uomo di Stato, Jules Simon. Tuttavia, in Francia continuò a incontrare nei confronti del suo progetto resistenze più o meno sorde, che dovevano protrarsi anche agli inizi del 20esimo secolo.
La nascita dei Giochi
Attraverso uno speciale congresso inteso a ridare vita ai Giochi Olimpici, che si tenne dal 16 al 24 giugno 1894 in una ristrutturata Sorbona, si giunse alla fondazione del Comitato internazionale olimpico, di cui fu nominato presidente Vikelas.
A questo Comitato vi parteciparono 79 delegati in rappresentanza di 14 nazioni e 49 società sportive, alla presenza di un folto uditorio.
De Coubertin preferì riservarsi il ruolo di segretario, in considerazione del fatto che sarebbe stata la Grecia a organizzare l’edizione inaugurale dei Giochi.
I primi eventi
I Giochi della I Olimpiade si tennero ad Atene tra il 6 e il 15 aprile, con una cerimonia d’apertura presieduta da Re Giorgio I davanti a 80mila spettatori, e si rivelarono un successo, malgrado lo stesso de Coubertin avesse giudicato generalmente poco esaltanti le competizioni, apprezzando però la gara di maratona ideata da Michel Bréal e vinta da Spyridōn Louīs.
Le difficoltà dei Giochi
Dopo il successo iniziali, i Giochi Olimpici si trovarono in cattive acque, dopo una disputa con la Grecia sulla paternità della competenza dell’evento, per i Giochi olimpici del 1900 sorsero alcune problematiche; coordinati dal comitato organizzatore dell’Expo parigina, il cui commissario generale, Alfred Picard, nutriva una notevole avversione per lo sport ed estromise de Coubertin dall’organizzazione della manifestazione olimpica, che finì per denominarsi “Concours Internationaux d’exercises physiques et de sport“.
I primi successi dei Giochi
Con i Giochi della IV Olimpiade di Londra del 1908 che si ebbe un complessivo miglioramento per quanto riguarda la percezione, la partecipazione e l’organizzazione degli eventi olimpici. In queste Olimpiadi, in cui gli atleti sfilarono per la prima volta con le bandiere delle rispettive nazioni, le competizioni si tennero in luoghi vicini tra loro e si svolsero, per la maggior parte dei casi, nell’arco di due settimane, così si ebbe un notevole afflusso di spettatori.
Negli anni successivi le competizioni riscossero un notevole e crescente successo, inoltre, durante gli anni della Secondo Conflitto Bellico, la gente si affezionò anche ai nuovi simboli introdotti dallo stesso De Coubertin, divenuti poi iconici e popolari nel contesto olimpico.
Gli insegnamenti di de Coubertin ispirarono, dopo la morte, una medaglia speciale intitolata a suo nome (nota anche come “Medaglia del Vero Spirito Sportivo”), assegnata agli atleti che si distinguono per spirito di sportività.
Ultimi anni e morte
De Coubertin mantenne la presidenza del Comitato Olimpico Internazionale fino ai Giochi di Parigi del 1924, che si rivelarono un grande successo rispetto al primo tentativo del 1900, grazie anche all’intervento economico del governo francese.
Il 1º novembre 1925 cedette quindi la presidenza del CIO a Henri de Baillet-Latour e si ritirò a vita privata, venendo tuttavia eletto presidente onorario a vita del Comitato Olimpico Internazionale e intervenendo nel sessione olimpica del 1931 per promuovere l’assegnazione dei Giochi della XI Olimpiade a Berlino.
Agli inizi degli anni 1930 il fondatore delle Olimpiadi moderne si trovò in una grave crisi finanziaria, avendo dilapidato a partire dal dopoguerra gran parte del suo patrimonio per finanziare vari progetti legati al movimento olimpico e alla pedagogia come l’Union Pédagogique Universelle e il Bureau lnternational de Pédagogie Sportive, vendendo anche oltre 250 dipinti appartenenti alla famiglia della moglie, tra cui figuravano opere di Rembrandt, Van Dyck, Rubens e Goya; per questi problemi economici, mitigati dall’assistenza finanziaria fornita al barone dalla Cecoslovacchia, si separò dalla consorte e dalla famiglia, trasferendosi a Ginevra nel 1934, presso la pensione Melrose.
Nonostante lo stesso Adolf Hitler l’avesse invitato a presenziare ai Giochi olimpici nella capitale tedesca, mettendo anche a disposizione un treno speciale, il barone si rifiutò di parteciparvi; sebbene non l’avesse condannato direttamente, de Coubertin non aveva particolari simpatie per il regime nazista, che gli aveva rivolto una rinnovata attenzione a differenza di altre nazioni, compresa la madrepatria.
Durante una passeggiata nel Parco La Grange di Ginevra, il 2 settembre 1937 Pierre de Coubertin fu colpito da un infarto e morì all’età di 74 anni. Il suo corpo fu tumulato nel cimitero di Bois-de-Vaux di Losanna, che aveva nominato il fondatore delle Olimpiadi moderne Bourgeois d’Honneur (“cittadino onorario”) due mesi prima.
Curiosità
Su De Cubertin possiamo dire che ebbe anche antiche origini italiane, di quel nobile ceppo dei Fredi (o Fredy) della Roma rinascimentale, come risulta dalla ricerca di Pierre De Coubertin su Les ancêtres de Coubertin. Un suo antenato, Felice de Fredis, scoprì nel 1506 nei pressi della Domus Aurea il Laocoonte.