Tutto quello che c’è da sapere sulle Pietre d’inciampo

“Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”

Presenti in 20 Paesi d’Europa, dal 1992, le Pietre d’inciampo hanno lo scopo di ricordare uomini; donne; anziani; bambini deportati nei campi di sterminio nazisti. Incorporati nel selciato stradale, davanti alle abitazioni o dove le vittime furono prelevate, questi sampietrini sono riconoscibili per una piastra d’ottone che li ricopre in superficie. Su di essi sono incisi: nome, cognome, anno di nascita, data di deportazione, luogo e data di morte se conosciuti.

Nate per iniziativa dell’artista berlinese Gunter Demnig, le “Stolpersteine”, sono state poste per la prima volta in Italia nel 2010. Ad oggi sono oltre 1500 ma il numero fa riferimento alle Pietre d’inciampo ufficialmente riconosciute dal progetto dell’artista tedesco. Se consideriamo quindi anche quelle installate per altre iniziative locali, la cifra aumenta notevolmente.

Pietre d’inciampo: come fare per richiedere nuove installazioni

Demnig con questa idea si è rifatto ad un passo del Talmud: “una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”. È possibile richiedere la messa in posa di una nuova pietra ma bisogna armarsi di pazienza e riuscire a dimostrare con esattezza non poche informazioni sulla persona, o sul gruppo, a cui si desidera dedicare la “Stolpersteine”.

A Milano e Torino, ad esempio, non sono richiesti solo il nome ed il cognome (per le donne anche quello da nubile). Devono essere forniti anche le motivazioni per cui si richiede il suo posizionamento, l’indicazione di eventuali familiari o discendenti esistenti ed i loro recapiti. Insieme a questi dati si può allegare una breve descrizione dell’attività svolta in vita dalla vittima, con annessa citazione delle fonti a cui fare riferimento, e ogni altra notizia disponibile che possa tornare utile al ricordo del caro estinto.



Laddove fosse difficile individuare l’ente preposto nel vostro Comune di interesse, è possibile contattare direttamente il sito dell’artista al seguente link. Tutte le Pietre d’inciampo originali sono realizzate a mano e hanno un costo di 132,00€. A questo prezzo si possono sommare le spese per ospitare Gunter Demnig in persona, il quale sembrerebbe tenerci particolarmente a presenziare alla messa in posa. Ciò a garanzia di un lavoro ben fatto e perché, oltre che un importante simbolo di memoria, ogni “Stolpersteine” è un’opera d’arte pensata per non essere utilizzata alla rinfusa. Un ulteriore carattere che rende giustizia alla vittima da ricordare.

Il progetto “Adotta una “Stolpersteine”

In altre città, quali Venezia e Reggio Emilia ad esempio, sono presenti degli enti grazie ai quali si può “adottare” una Pietra d’inciampo. Dal momento che non si tratta di comuni sampietrini, necessitano di cura e manutenzione. È possibile quindi contribuire al loro decoro tramite una donazione o contattando gli istituti locali di riferimento. Questi provvederanno a fornire ogni informazione utile al privato cittadino interessato a prendersi cura della “Stolpersteine”.

Non sono mancate le critiche alla loro diffusione

Sebbene l’Italia si posizioni al terzo posto al mondo per numero di Pietre d’inciampo collocate – a pari merito con Austria e Repubblica Ceca che ne vantano a loro volta circa un migliaio – e pur essendo ben consolidata la commemorazione della Giornata della Memoria, non sono mancati episodi sgradevoli che si sono opposti a questa iniziativa artistica. Soprattutto agli esordi ci sono stati dei dibattiti sul fatto che le “Stolpersteine” fossero posizionate davanti ai portoni e sembrerebbe che alcuni non volessero essere costretti a ricordare le atrocità trascorse ad ogni passaggio dall’ingresso del palazzo.

In alcuni sporadici casi si è arrivati a divellere i sampietrini commemorativi. A Roma, ad esempio, nel 2012 alcune Pietre d’inciampo furono rimosse da un condomino turbato dal fatto di averle sotto casa. Nel 2018, sempre nella capitale, è avvenuto il furto di venti “Stolpersteine” nel quartiere Monti.  Accadimenti incommentabili a cui lasciamo lo spazio che trovano.

La memoria delle persone dietro alle incisioni

I nomi incisi sui blocchetti che misurano 10x10cm fanno riferimento agli “indesiderabili”, categorie di persone così definite dalla Germania nazista. Ebrei, prigionieri di guerra, oppositori politici, portatori di handicap, omosessuali, individui appartenenti a minoranze etniche e religiose. Vittime dell’Olocausto che rivivono nella memoria di chi, nel fermarsi davanti a queste opere d’arte urbana, riflette su uno dei più tragici genocidi della storia.

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