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“Se domani non torno, mamma distruggi tutto”: la poesia virale dopo la morte di Giulia

Dopo l’ennesimo femminicidio che ha sconvolto l’intera Italia, una poesia scritta da Cristina Torre Cáceres è diventato virale sui social: “Se domani non torno, mamma distruggi tutto”, si legge. Le parole trascritte dall’attivista peruviana risalgono al 2011. Ecco il testo completo.

La poesia di Cristina Torre Cáceres virale dopo la morte di Giulia

La morte di Giulia Cecchettin ha sconvolto l’Italia intera, nonostante il pensiero di un finale tragico si era già insinuato dal momento della scomparsa. A pochi giorni dalla giornata contro la violenza sulla donne, indetta per il 25 novembre, molti sono i commenti infuriati contro l’ex fidanzato che ora si trova rinchiuso in carcere in attesa dell’estradizione in Italia.

Subito dopo il rinvenimento del corpo dell’ennesima vittima di femminicidio, sui social è diventata virale con migliaia di condivisioni e video che la recitano, una poesia scritta nel 2011 dall’attivista peruviana Cristina Torre Cáceres. La prima a rilanciarla è stata la sorella di Giulia, Elena Cecchettin.

Il testo completo

Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma.
Se non ti dico che non torno a cena. Se domani, il taxi non appare.
Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in un sacco nero (Mara, Micaela, Majo, Mariana).
Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia (Emily, Shirley).
Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata (Luz Marina).
Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata per i capelli (Arlette).
Cara mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata (Lucia).
Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato abbastanza, che era il modo in cui ero vestita, l’alcool nel sangue.
Ti diranno che era giusto, che ero da sola.
Che il mio ex psicopatico aveva delle ragioni, che ero infedele, che ero una puttana.
Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senza aria.
Te lo giuro, mamma, sono morta combattendo.
Te lo giuro, mia cara mamma, ho urlato tanto forte quanto ho volato in alto.
Ti ricorderai di me, mamma, saprai che sono stata io a rovinarlo quando avrai di fronte tutte le donne che urleranno il mio nome.
Perché lo so, mamma, tu non ti fermerai.
Ma, per carità, non legare mia sorella.
Non rinchiudere le mie cugine, non limitare le tue nipoti.
Non è colpa tua, mamma, non è stata nemmeno mia.
Sono loro, saranno sempre loro.
Lotta per le vostre ali, quelle ali che mi hanno tagliato.
Lotta per loro, perché possano essere libere di volare più in alto di me.
Combatti perché possano urlare più forte di me.
Perché possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io.
Mamma, non piangere le mie ceneri.
Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.

Cristina Torre Cáceres, 2011
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