I timori dell’ex sindaco di Pollica Angelo Vassallo confessati all’amico Domenico Vaccaro, vice sindaco di Lustra: “Ho paura che mi faranno fuori. Vogliono portare la camorra nel Cilento. Ho visto cose che non dovevo vedere”. Le parole del sindaco pescatore sono state dette proprio pochi giorni prima del delitto. Aveva già intuito di essere in pericolo.
Pollica, i timori di Angelo Vassallo confessati all’amico
Il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, aveva avvertito di trovarsi in una situazione di pericolo. Pochi giorni prima del suo omicidio, aveva rivelato al suo amico Domenico Vaccaro, vicesindaco di Lustra (un altro comune del Cilento), di temere per la propria vita. “Vassallo – si legge nell’ordinanza – aveva sviluppato una chiara consapevolezza della presenza sul territorio di un’organizzazione criminale con modalità camorristiche. Confidò a Vaccaro che qualcuno stava cercando di far entrare la camorra nel Cilento, esprimendo preoccupazioni per la sua sicurezza e modificando radicalmente le sue abitudini”.
Nel verbale redatto da Vaccaro nel 2021, si riporta che Vassallo gli rivelò: “A un certo punto – si legge nel verbale presentato da Vaccaro agli inquirenti nel 2021 – Vassallo mi confidò di avere forti preoccupazioni e mi disse esattamente: ‘Ho visto e scoperto cose che sarebbe stato meglio non sapere e non vedere. Vogliono portare la camorra nel Cilento e io farò di tutto affinché ciò non accada, e ho paura che mi possano eliminare, ho paura che mi possano eliminare. Torno a casa prima di mezzanotte, non faccio mai la stessa strada e non mi fermo chiunque incontro per strada, anche se è un amico’”. Dieci giorni prima di essere assassinato il 5 settembre 2010, aveva confidato a un amico agente immobiliare: “Stanno cercando di portare la camorra nel Cilento; ho visto e appreso cose che non avrei dovuto sapere”.
Gli arresti
L’agente, che ha testimoniato nell’inchiesta che ha portato all’arresto di quattro persone, comunicò questa informazione alle autorità poco dopo il delitto, ma in seguito la ritrattò. Tuttavia, Giuseppina, la figlia di Vassallo, insistette per un ulteriore approfondimento delle indagini: raccontò ai carabinieri di una conversazione avuta con il marito, il quale aveva appreso dall’agente immobiliare delle preoccupazioni del padre riguardo al traffico di droga che aveva scoperto e che desiderava discutere con l’allora procuratore Greco.