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Ponte Morandi, furti nelle abitazioni degli sfollati: la denuncia

La struttura commissariale per la ricostruzione del ponte Morandi ha sporto denuncia per furti avvenuti in otto abitazioni e alcune cantine nei palazzi sotto il moncone est di ponte Morandi.

Ponte Morandi, furti nelle abitazioni degli sfollati

Il caso dei furti è venuto alla luce in occasione del quarto e ultimo rientro degli sfollati nelle loro case, ma la denuncia è stata fatta precedentemente. A rivelare l’iniziativa della struttura commissariale è stato il quotidiano La Repubblica: la conferma è arrivata da fonti vicine al sindaco e commissario per la Ricostruzione Marco Bucci.

Sottratti abiti, gioielli e strumenti tecnologici

I tecnici di Ireos, una delle aziende impegnate nella demolizione del viadotto e nella bonifica degli edifici, nei mesi scorsi, avevano trovato segni di effrazioni e avevano avvertito la struttura commissariale. Della vicenda era stata informata anche la protezione civile ma, a quanto risulta, non gli ex proprietari ed ex inquilini delle abitazioni.

Il comitato degli sfollati, intanto, ha segnalato alle forze dell’ordine una trentina di furti e non è escluso che qualcuno possa denunciare la struttura commissariale per non aver vigilato a sufficienza.

Tuttavia si tratterebbe di un danno di tipo psicologico: i beni mobili all’interno delle case cedute a dicembre per ottenere gli indennizzi, erano di proprietà dello Stato.

La struttura commissariale ha deciso di effettuare ulteriori ricognizioni e accertamenti per valutare la consistenza del fenomeno. Secondo quanto raccontato dagli sfollati gli oggetti portati via sono di vario genere, suppellettili, abiti, gioielli e strumenti tecnologici, che non erano ancora stati portati via nel corso dei tre ingressi precedenti.

Si va verso l’uso dell’esplosivo nella demolizione

Intanto va avanti il piano per demolire il moncone est del Morandi, quello che incombe sulle case. “Il progetto ha senso ed è fatto bene, i numeri ci dicono molto chiaramente che la soluzione con esplosivo è vantaggiosa in termini di rischi ambientali e di rischi per le persone che lavorano, rispetto alla demolizione senza esplosivo”, ha detto Bucci dopo aver visionato il progetto delle aziende demolitrici.

“Lunedì pomeriggio avremo una nuova riunione con gli altri enti coinvolti, con Asl e Arpal e cominceremo a vedere se siamo tutti d’accordo”, continua Bucci sottolineando che conta soprattutto non far correre rischi alla popolazione e agli operatori.

Bucci sottolinea che “nessuna decisione è stata presa” e che avallerà una “decisione di team”. Anche i tempi sembrano essere definiti. “La settimana prossima capiremo se procedere con una o due esplosioni, per la prima demolizione ci orientiamo per la fine di maggio e per la seconda intorno al 20 giugno, tenendo conto anche della rimozione dei detriti speriamo di dare il nostro arrivederci e grazie ai demolitori intorno a metà luglio”. Se verrà usato l’esplosivo in due fasi la prima pila ad essere abbattuta sarà la 11 già alla fine di maggio.

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