Il ponte Real Ferdinando, detto anche Ferdinandeo, è un ponte sospeso sul fiume Garigliano situato nei pressi dell’area archeologica di Minturnae, sul confine fluviale che dal 1927 separa il Lazio dalla Campania. L’idea di un ponte sospeso in ferro si deve allo spirito innovatore di Carminantonio Lippi.
Il ponte Real Ferdinando: un primato assoluto in Italia
Nel 1828, Francesco I di Borbone affidò all’ingegnere Luigi Giura l’incarico di realizzare un ponte sospeso di ferro, dall’idea di Carminantonio Lippi. Il 21 febbraio questi effettua il sopralluogo sul Garigliano che durò ben 7 giorni. Tale apprensione nasce dalle notizie che giungevano dalla Francia e dall’Inghilterra: molti ponti simili erano improvvisamente crollati.
Il Giura aveva studiato che per aumentare la resistenza del ferro dolce aveva bisogno del nichel, il quale fu prodotto proprio nelle ferriere di Mongiana. Le travi così composte furono irrigidite meccanicamente con trafilamento a mezzo di una apposita macchina “astatesa” progettata da lui stesso.
Si narra che, dinnanzi alle proteste di alcune persone legate alla corte, il re Ferdinando II, succeduto al padre Francesco, esclamò: “Lassate fà ô guaglione”.
Il collaudo del ponte Real Ferdinando
Il 10 maggio 1832, Ferdinando II, alla testa di due squadroni di lancieri a cavallo e 16 carri pesanti di artiglieria, colmi di materiali e munizioni, si presentò davanti alle torri di sostegno del ponte.
Nonostante le previsioni tutt’altro che rosee, il ponte superò il possente collaudo. Successivamente, il ponte fu benedetto dal vescovo di Gaeta seguito dal popolo in processione, ed in seguito iniziarono fuochi d’artificio, danze e canti in un tripudio di folla.
Il ponte Real Ferdinando oggi
Il ponte è stato restaurato con un progetto di archeologia industriale finanziato dalla Comunità Europea, grazie all’interessamento dell’europarlamentare Franco Compasso. Nonostante il restauro sia terminato nel 1998, è stato inaugurato, provocatoriamente, dal presidente dell’eureka club Giuseppe Fellone e dal gruppo Borboni di terra Aurunca il 10 settembre 2001.
Oggi è aperto alle visite, in gruppi di 25 persone massimo, in concomitanza con gli orari del vicino Comprensorio archeologico di Minturnae.