Sono passate più di 24 ore senza che si sia riusciti a trovare alcuna traccia delle due persone trascinate dal fango. Le operazioni di ricerca continuano incessantemente nella speranza di ritrovare, possibilmente in vita, Agnese Minieri e Giuseppe Guadagnino, rispettivamente madre e figlio di 76 e 42 anni. Il loro veicolo era stato già trovato la scorsa notte in una scarpata, ma le due persone risultano ancora disperse.
Portati via dal fango, quasi nulle le possibilità di trovarli in vita
Sono passate più di 24 ore senza che si sia riusciti a trovare alcuna traccia delle due persone trascinate dal fango generato da un violento nubifragio, che in pochi minuti ha devastato la collina. Purtroppo, con il passare del tempo, si riducono notevolmente le possibilità di trovare in vita la donna e suo figlio. Oggi pomeriggio, dopo che un cane ha segnalato un ammasso di detriti e fango, le squadre di soccorso hanno scavato dietro la chiesa di Santo Stefano, ma senza riscontrare alcuna presenza.
Le operazioni di ricerca continuano incessantemente nella speranza di ritrovare, possibilmente in vita, Agnese Minieri e Giuseppe Guadagnino, rispettivamente madre e figlio di 76 e 42 anni. Il loro veicolo era stato già trovato la scorsa notte in una scarpata, ma le due persone risultano ancora disperse, probabilmente sbalzate fuori dall’abitacolo.
Dai primi accertamenti dei Carabinieri, è emerso che la donna e il figlio, attualmente scomparsi, erano impegnati nella raccolta delle nocciole quando sono stati sorpresi dalla frana e hanno tentato di fuggire con l’Apecar: probabilmente hanno percorso pochi metri prima di essere travolti dal fango, che ha fatto perdere il controllo del mezzo, facendolo finire nella scarpata.
Le ricerche sono proseguite tutta la notte e sono tuttora in corso a Talanico, frazione del comune casertano di San Felice a Cancello, ad opera dei vigili del fuoco e dei carabinieri, con l’ausilio di cani molecolari, per trovare le due persone disperse, una donna di 76 anni e il figlio di 42, che sono stati travolti con il loro veicolo a tre ruote, un’Apecar, dal torrente di fango e detriti staccatisi dalla collina soprastante la frazione.
