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“Abbiamo vinto”, i portuali di Trieste domani tornano al lavoro

Da domani i portuali di Trieste torneranno al lavoro. “Da domani torniamo al lavoro. Questa prima battaglia l’abbiamo vinta, dimostrando la determinazione dei lavoratori portuali e di tutti coloro che li hanno affiancati e sostenuti nella difesa della democrazia e della libertà“. E’ la comunicazione del sindacato promotore dello sciopero dei portuali di Trieste contro il green pass.

I portuali di Trieste domani tornano al lavoro

Finisce quando imbrunisce sul ‘fronte del porto’ no green pass, radunato al varco 4, la protesta dei portuali di Trieste. L’epilogo arriva, stando a quanto riferisce il sindacato promotore, dopo un passo avanti del Governo e uno indietro di chi era in sciopero.

Da domani – è la comunicazione affidata a una nota – torniamo al lavoro. Questa prima battaglia l’abbiamo vinta, dimostrando la determinazione dei lavoratori portuali e di tutti coloro che li hanno affiancati e sostenuti nella difesa della democrazia e della libertà”.

Il “primo passo” della nuova fase sarà il 30 ottobre “quando una delegazione di lavoratori portuali di Trieste e Monfalcone e degli altri scali, delle forze dell’ordine, di sanitari, di giornalisti e di altre categorie da tutta Italia, saranno accolte al Senato a Roma per far valere le ragioni di chi chiede il green pass per lavorare”.

Forse a influire sulla scelta anche le parole del ‘padre ripudiato’ dei lavoratori del CLPT, il presidente del porto Zeno D’Agostino che aveva definito “non più tollerabile nemmeno per un’ora il blocco del varco 4”, annunciando un incontro col prefetto domenica per decidere il da farsi.

La nota

Anche oggi, seppure in numero molto più esiguo rispetto a ieri, un moltitudine di persone avevano sostenuto la scelta di alcuni iscritti al sindacato CLPT di scioperare contro l’obbligo di certificato verde. Nelle stesse ore è arrivata una nota dell’autorità portuale che, pur confermando il funzionamento dello scalo, ha preso atto di un “rallentamento delle attività dovuto alle difficoltà di formare le squadre dei lavoratori” e del traffico stradale degli accessi al porto nuovo ridotto alla metà di un normale fine settimana. Dunque, la protesta ha davvero ferito uno dei più importanti porti europei.

Puzzer, ormai consacrato a leader come testimoniano le decine di selfie scattati con gli estimatori, aveva anche aperto una fronda nuova.

Quella di chi lavorerebbe senza il lasciapassare al porto nella consapevolezza dell’Agenzia per il lavoro portuale di Trieste (Alpt) che ha denunciato alla Questura. Immediata la replica del suo presidente, Franco Mariani: “Il controllo sui green pass non spetta a noi ma agli operatori portuali”.

Per convincere cronisti e folla che era proprio così, Puzzer ha fatto ascoltare in uno dei suoi comizi di giornata la telefonata con un uomo che ha detto di trovarsi al terminal di Samer al molo 5.

“Ora sono in pausa ma oggi sono al lavoro e non ho il green pass” ha detto l’uomo in vivavoce. E alla fine il terminalista Enrico Samer ha comunicato che non aveva mentito facendo sapere di avere allontanato il lavoratore.


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