La Power Basket Salerno farà divertire: buono il test contro Caserta. Mancano ancora gli automatismi
Era il primo test probante della nuova Power Basket Salerno, che si affaccia per la prima volta alla Serie B Nazionale contro un avversario di assoluto valore: la Juvecaserta. Si tratta di pallacanestro settembrina – l’equivalente del calcio d’agosto – e quindi ancora poco indicativa su quello che sarà il corso della stagione. Va detto, però, che nonostante i pesanti carichi di lavoro e la carenza di automatismi (legati ad un roster rinnovato per oltre metà dei suoi componenti) si intravedono grandi, grandissime qualità.
Tre assalti per la Juvecaserta, uno per la Power
Nico Stanic a 40 anni illumina il parquet de PalaSilvestri. Il gioco passa quasi sempre dalle sue mani. È forse la più grande novità della stagione, con il fortissimo play, ex Fabriano, che occupa la posizione assegnata storicamente a capitan Chaves. Il gioco si basa quasi esclusivamente su di lui e sulle sue invenzioni, con alcuni ottimi assist che non vengono sfruttati a dovere dai compagni che non leggono i tagli voluti dal play. Caserta ha maggiori automatismi e ciò è particolarmente evidente nel primo quarto di gara: si vede sia in fase offensiva, con transizioni incredibilmente veloci, sia in quella difensiva, dove tengono botta contro i contropiedi – alcuni malgestiti – della Power. Anche la differenza atletica fa la differenza. Al primo time out, Stanic accompagna coach Farabello nella disamina tattica. Il primo quarto è a favore di Caserta (13-23)
Si azzerano i punteggi e si torna sul parquet. La mano dei giocatori della Power è ancora fredda, così come le gambe sono affaticate. Nonostante il ritardo di condizione rispetto a Caserta, però, i valori tecnici sono molto simili. La Power paga lo scotto di un nucleo ridotto, ma i valori acquisiti si dimostrano all’ altezza della categoria. Il secondo assalto (con i punteggi che si resettano alla fine di ogni quarto) va proprio alla Power, che ri-trova il suo capitano, Lucas Chaves, che si dovrà abituare al ruolo di guardia tiratrice. Quando i gialloblu (ieri in canotta grigia) spingono sull’acceleratore e stringono le maglie della difesa, sono capaci di far male anche a squadre attrezzate e più che pronte per la categoria. E cosi, il secondo quarto va a Salerno (28-16)
Il secondo tempo si riapre con l’ennesima magia di Stanic, dispensatore di palloni perfetti che affettano l’area senza trovare la resistenza avversaria. Poi, Caserta alza i giri del motore e trova ottimi punti sia dalla distanza che in attacco al ferro, grazie alla presenza fisica del 34 e del 21, e all’ottima prova balistica del play Davide Mastroianni (11-27)
Ultimo quarto con tanta pesantezza per entrambe le squadre: tra il caldo intenso all’interno del palazzetto e le fatiche della preparazione atletica, si gioca ad un ritmo decisamente più lento. Caserta allunga le rotazioni (fattore decisivo) e conferma una buona prova al tiro, mentre la Power rallenta e non affonda. La squadra di casa si affida alle triple di Nick Mei, che ne mette tre nel giro di pochi minuti per tenere a galla i suoi. Non è, però, sufficiente: la tattica della formazione ospite di chiudere l’area per lasciare il tiro dal perimetro funziona e Caserta si porta a casa anche l’ultimo quarto (16-26).
Ottime premesse a tre settimane dall’inizio del campionato
Al netto del risultato – che in queste prove è quasi del tutto irrilevante – spicca la qualità dei singoli che, rispetto alla passata stagione, è sicuramente aumentata. L’apporto di Stanic, 40 anni, risulta decisivo per far crescere anche i più giovani. Coach Farabello ha tre settimane di tempo (fino al 29 settembre, data della prima partita, in casa, contro Piombino) per lavorare sugli automatismi, riscaldare la mano dei suoi e migliorare in transizione (la fase attualmente più carente del gioco della Power). Va detto che del nucleo della cavalcata dello scorso anno sono rimasti solo in 4: capitan Chaves, Nick Mei, Mattia Zampa e Bozo Misolic. Un gruppo, quindi, ancora da amalgamare ma che dimostra già di essere ampiamente all’altezza della categoria.
Di Alessandro Faggiano