Cultura

Premio Nobel per la Medicina 2022 a Svante Pääbo per la scoperta sui genomi degli ominidi

Il professor Svante Pääbo ha presentato uno studio sull'evoluzione umana

Il premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina 2022 va al biologo svedese Svante Pääboper le sue scoperte sui genomi degli ominidi estinti e l’evoluzione umana“. L’annuncio è stato dato come da tradizione al Karolinska Institutet di Stoccolma in Svezia, e trasmesso in diretta via Internet e social network. Il riconoscimento anche per quest’anno è pari a 10 milioni di corone svedesi, al cambio odierno circa 917mila euro.

Premio Nobel per la Medicina 2022 a Svante Pääbo

Il professor Svante Pääbo è ritenuto uno dei fondatori della paleogenetica, lo studio del passato attraverso l’esame del materiale genetico preservato proveniente dai resti di antichi organismi.

Dopo aver studiato storia della scienza ed egittologia ad Uppsala, si dedica alla medicina. Il suo nascente interesse per la biologia molecolare lo porta ad esaminare per primo il DNA di mummie egizie, nonché nel 1993 di Otzi, l’uomo preistorico ritrovato in un ghiacciaio in Tirolo nel 1991.

Il dipartimento diretto da Pääbo pubblicò nell’agosto 2002 un importante studio sul gene del linguaggio FOXP2 che si scoprì mancare o essere danneggiato in individui con disabilità linguistiche.

Nel 2006 annunciò di avere in programma la ricostruzione dell’intero patrimonio genetico dell’uomo di Neanderthal. Nel 2007, Pääbo fu nominato dalla rivista TIME tra le 100 persone più influenti al mondo.[5]

Nel febbraio 2009, all’incontro annuale della American Association for the Advancement of Science (AAAS), fu annunciato che il Max Planck Institute aveva completato la prima versione del genoma dei Neanderthal. Oltre 3 miliardi di coppie di geni erano state selezionate in collaborazione con la 454 Life Sciences. Questo progetto, coordinato da Pääbo, dovrebbe gettare nuova luce sull’evoluzione del genere umano.

Nel marzo 2010, Pääbo e i suoi collaboratori pubblicarono un report sull’analisi del DNA ricavato da un osso trovato nella grotta di Denisova in Siberia; il risultato era che si trattava di una specie di Homo non ancora conosciuta, l’Homo di Denisova.

Nel maggio 2010, Pääbo ed i suoi colleghi pubblicarono una sequenza sperimentale del genoma dei Neanderthal sulla rivista Science, mediante il quale il biologo ed il suo team avevano concluso ipotizzando una parentela tra gli uomini di Neanderthal e gli Eurasiatici (ma non gli Africani). La comunità scientifica dà via via sempre più credito a questa teoria nonostante lo scetticismo di una parte della comunità degli archeologi.

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