Il prezzo della pasta torna ad aumentare, ed ecco dove è più cara. Il costo maggiorato è conseguenza di un aumento dei prezzi delle materie prime. Se a giugno le quotazioni all’ingrosso del grano duro erano scese attorno ai 302 euro la tonnellata dai 348 di aprile, è partita una sequenza di eventi destinata a far esplodere nuovamente i prezzi all’origine.
Prezzo della pasta in aumento, non è uguale in tutte le città
Assoutenti grazie ai dati forniti dal Mimit, il ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato, ha stilato una classifica dedicata alle città italiane che analizza i luoghi in cui uno tra i prodotti più consumati nel Belpaese costa di più.
La situazione più critica si riscontra a Pescara, dove il prezzo medio è di 2,50 euro al chilogrammo. Seguono Cagliari, Genova e Macerata con 2,37 euro al chilogrammo, mentre Venezia, Ravenna, Forlì, Modena e Pordenone si attestano intorno ai 2,30 euro al chilogrammo. Dall’analisi emerge anche la città più economica per quanto riguarda il costo della pasta, ovvero Cosenza, dove il prezzo medio è di 1,47 euro al chilogrammo. Seguono Benevento, Palermo, Catanzaro e Siracusa con prezzi che variano tra 1,48 e 1,54 euro al chilogrammo.
Le cause secondo Assoutenti
L’ente ha individuato le cause nella situazione critica dell’export alimentare dall’Ucraina verso l’Italia e gli effetti devastanti che questa crisi potrebbe causare sulle tasche delle famiglie del Belpaese. La decisione della Russia di bloccare l’accordo Onu per l’esportazione di prodotti alimentari, i raid che hanno distrutto 60mila tonnellate di grano e il crollo della produzione agricola fino al 60% a causa degli effetti del clima, minacciano di scatenare uno dei rincari più importanti del prodotto.
Cosa succede alle famiglie
Il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, mette in evidenza il rischio di un aumento dei prezzi al dettaglio per i prodotti derivati dal grano, che potrebbe determinare un incremento della spesa per le famiglie italiane. Secondo i dati dell’associazione, un nucleo familiare di quattro persone spende in media 1.320 euro all’anno per pane e cereali. Se il prezzo dei prodotti derivati dal grano aumentasse del 10%, la spesa annua delle famiglie crescerebbe di 132 euro a causa dei costi diretti.
Truzzi offre un esempio specifico: attualmente il prezzo della pasta si aggira intorno ai 2,09 euro al chilogrammo, ma in caso di incremento dei prezzi del grano salirebbe a una media nazionale di 2,29 euro al chilogrammo. Analogamente, il prezzo del pane, che ora è di circa 3,90 euro al chilogrammo, aumenterebbe fino a 4,30 euro al chilogrammo.