Cronaca, Politica

Il primo braccialetto “d’urgenza” applicato a Monza con il nuovo Ddl: cosa prevede

Il primo braccialetto “d’urgenza” applicato ad un 30enne italiano, residente in provincia di Monza, con il nuovo Ddl: cosa prevede la legge contro la violenza sulle donne.

Primo braccialetto elettronico “d’urgenza” a Monza, cosa prevede il nuovo Ddl

Il primo braccialetto elettronico “d’urgenza” è stato applicato ad un 30enne italiano, residente in provincia di Monza, già condannato per stalking. La misura è stata approvata dal presidente della sezione autonoma Misure di Prevenzione di Milano, Giuseppe Cernuto.

La nuova legge contro la violenza sulle donne

Si tratta del primo caso in Italia grazie al nuovo Ddl contro la violenza sulle donne entrato in vigore lo scorso 9 dicembre. Ma cosa prevede la nuova legge? Tra le misure restrittive c’è l’applicazione del braccialetto in presenza dei soli “reati spia o minacce”. In caso di manomiassione l’uomo può essere arrestato anche senza essere colto in flagranza di reato.

La nuova legge, come detto anticipatamente, è entrata in vigore sabato 9 dicembre e si tratta di un rafforzamento e semplificamento sull’applicazione del cosiddetto “Codice rosso” esistente dal 2019: punta a favorire la prevenzione.

I reati e le misure cautelari

A fronte di una tempistica, oggi indefinita, più breve per la valutazione delle misure cautelari: il pm deve decidere entro 30 giorni se disporre o meno misure cautelari. Il giudice allo stesso modo avrà poi altri 30 giorni per decidere se accogliere o meno le richieste. Intanto però il giudice potrà imporre il non avvicinamento ai luoghi frequentati abitualmente dalla presunta vittima, con l’obbligo di mantenere una distanza minima di 500 metri.

Infine è stato introdotto anche il cosiddetto “arresto in flagranza differita” in caso di maltrattamenti, atti persecutori o violezione di un provvedimento di allontanamento. Ovvero l’indagato potrà essere arrestato nei casi in cui sia dimostrabile attraverso video, foto o altro genere di documentazioni (ad esempio chat o altre informazioni fornite mediante localizzazioni GPS), a condizione che non si superino le 48 ore dal fatto documentato.

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