Per Chiara Ferragni arrivano altri guai, infatti la Procura apre anche un fascicolo per le uova di Pasqua realizzate da Dolci Preziosi. Il proprietario di Dolci Preziosi ha fatto sapere al Fatto Quotidiano che avrebbe percepito un cachet di 1,2 milioni di euro.
La Procura apre anche un fascicolo per le uova di Chiara Ferragni
Dopo il pandoro anche le uova di Pasqua firmate Chiara Ferragni finiscono nel mirino della Procura di Milano. Quest’ultima, infatti, ha aperto un fascicolo su questa seconda operazione commerciale legata alla beneficenza. “Sosteniamo i Bambini della Fate” è il messaggio scritto sulla confezione. Il quale avrebbe lasciato intendere che il ricavato delle vendite sarebbe andato in parte, se non tutto, all’associazione che si occupa di progetti di inclusione per bambini con autismo. Ma così, invece, non è stato. Il proprietario di Dolci Preziosi, Franco Cannillo, ha fatto sapere al Fatto Quotidiano che Ferragni avrebbe percepito nei due anni del loro accordo un cachet di 1,2 milioni di euro, 500 mila euro nel 2021 e 700 mila l’anno dopo, per aver ceduto la sua immagine. La donazione all’associazione è stata fatta solamente dall’azienda dolciaria: 36 mila euro in due anni. Proprio come avvenuto con Balocco lo scorso anno.
L’Ansa, infatti, fa sapere che il magistrato ha aperto un’inchiesta al momento senza indagati né titolo di reato, sul caso del pandoro. Tuttavia oggi il procuratore aggiunto Eugenio Fusco ha firmato la delega al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf per compiere accertamenti anche sull’operazione legata alle uova pasquali. Dolci Preziosi ha chiarito di non avere nessuna responsabilità nella comunicazione della beneficenza. Tornando al caso Balocco, anche la Procura di Cuneo ha deciso di aprire un fascicolo per approfondire meglio quanto accaduto. Sono le due procure di competenza territoriale nella vicenda: Milano, dove vive Chiara Ferragni, Cuneo dove invece ha la sede legale Balocco.