I produttori italiani della passata di pomodoro accusano la Cina di concorrenza sleale e lanciano un appello al governo e all’Unione Europea: “Blocco alle importazioni o dazi del 60% per pareggiare i maggiori costi”. A riportare la notizia è il Financial Times.
Passata di pomodoro, i produttori italiani accusano la Cina di concorrenza sleale
Secondo il Financial Times, le industrie italiane hanno già avanzato le proprie richieste: o bloccare le importazioni da Pechino o imporre dazi del 60% in modo da pareggiare i maggiori costi cui devono far fronte le imprese europee rispetto ai concorrenti asiatici. Ogni anno, secondo i dati, in Italia vengono lavorate 5,4 milioni di tonnellate di pomodoro, oltre la metà del totale europeo e il 12,2% della produzione mondiale. Il 60% delle passate di pomodoro prodotte in Italia finisce sul mercato estero, anche se in buona parte resta dentro i confini dell’Unione europea.
Nel giro di due anni, Pechino ha però raddoppiano la produzione da 6 a 11 milioni di tonnellate. Il fatto è che buona parte delle attività di trasformazione hanno luogo nella regione finita sotto i riflettori dopo che numerose ONG hanno documentato la violazione di diritti umani, soprattutto ai danni degli Uiguri. Secondo le imprese italiane del pomodoro, l’impiego di manodopera a bassissimo costo e gli scarsi standard ambientali finiscono per distorcere la concorrenza e il libero mercato.