Prosecco croato in Europa: cos’è il Prosek e che differenza c’è col Prosecco italiano
Il Prosecco è uno spumante metodo Martinotti declinato per lo più dal brut all’extra dry, bianco e rosato e ottenuto da uve Glera in oltre 600 milioni di bottiglie: considerando Asolo Docg, Conegliano Valdobbiadene Docg e Prosecco Doc. Il Prošek , è un vino fermo dai riflessi ambrati e intensi, dolce, simile a un passito. Si abbina principalmente con dessert ed è ottenuto da basse rese dall’appassimento di varietà autoctone: principalmente Bogdanuša, Maraština e Vugava, talvolta con l’aggiunta di Plavac Mali.
Viene vinificato nella Dalmazia centrale e meridionale in alcune decine di migliaia di bottiglie perlopiù da piccoli produttori, soprattutto nell’isola di Hvar. «Il Prošek viene prodotto da più di 2000 anni», ha spiegato Andro Tomic, enologo croato originario di Hvar, quando nel 2013 sostenne che togliere questo vino alla Dalmazia sarebbe «come portarle via il mare». L’eurodeputato croato Tonino Picula ha scritto al Commissario Ue per spiegare che «non c’è alcuna somiglianza tra i vini, tranne quella di alcune lettere del nome. I viticoltori croati – ha scritto – si sono dimostrati aperti al compromesso aggiungendo l’aggettivo ‘dalmata’». Ha sottolineato, inoltre, che le accuse di imitazione «sono offensive per la nostra tradizione e per i vignaioli». Anche a livello di volumi di produzione la differenza fra i due vini è abissale
Zaia: Decisione senza senso, vergognoso
Immediata e decisa anche la reazione di Luca Zaia. Il governatore del Veneto ha definito senza senso la scelta dell’Unione Europea. “Non ho parole per commentare quanto accaduto. Di questa Europa non sappiamo cosa farcene. Un’Europa che non difende l’identità dei suoi territori, un’Europa che dovrebbe conoscere la storia del Prosecco. L’Ue dovrebbe capire che, non solo si tratta di un prodotto che ha avuto tutti i riconoscimenti formali dalle stesse strutture amministrative della Commissione Europea, anche rispetto alla riserva del suo nome – ha detto il governatore Zaia – ma il Prosecco ha addirittura ottenuto il massimo riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. Tanto è vero che il territorio in cui si produce è definito le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.
Quindi adesso saremmo costretti a discutere anche sul nome di un sito già proclamato ufficialmente Patrimonio dell’Umanità. Così non si difende l’agricoltura e così non si difendono investimenti. Ma, soprattutto, così si mortifica la storia e l’identità di un territorio. Spero che ci siano gli strumenti per ricorrere. La Regione farà la sua parte” – ha concluso e assicurato Zaia.