Cronaca

Proteste in Francia, prima notte di pace dopo l’attacco al sindaco

È passata quasi una settimana dalle proteste nate in Francia dopo l’uccisione del giovane Nahel per mano di un poliziotto. Tra i motivi che hanno spinto i giovani casseur a fermarsi ci sono: l’attacco all’abitazione e alla famiglia del sindaco di Hay-les-Roses e l’appello disperato della nonna di Nahel.

Proteste in Francia, la prima notte di quiete

All’una e trenta di questa mattina, lunedì 3 luglio, le forze dell’ordine hanno fermato appena 78 persone su tutto il territorio nazionale, dove non si segnalano incidenti di particolare gravità. Al risveglio, dopo i fatti di Hay-les-Roses, la popolazione è invitata radunarsi davanti a ogni municipio francese. Intanto Macron riceverà i presidenti delle Camere e incontrerà i sindaci degli oltre 220 comuni travolti dalle violenze dello scorso martedì. Alla premier Borne il compito di confrontarsi con i gruppi parlamentari.

I danni

Dopo questo giro di consultazioni, il presidente Macron auspica l’avvio di un “lavoro minuzioso e di lungo termine per comprendere le ragioni profonde che hanno portato a questi avvenimenti”. I danni di cinque notti di guerriglia si traducono in: 5mila i veicoli incendiati, 10mila i cassonetti dati alle fiamme, circa un migliaio gli edifici bruciati o danneggiati, 250 gli attacchi a commissariati e gendarmerie, più di 700 i feriti tra le forze dell’ordine. 

Attacco al sindaco, autobomba contro l’abitazione

I manifestanti hanno attaccato l’abitazione di un sindaco di L’Ha-les-Roses in Val-de-Marne, un comune nel Sud di Parigi. Lo denuncia lo stesso primo cittadino, Vincent Jeanbrun, in un tweet: “Mia moglie e i miei figli sono scioccati e feriti”, ha scritto Jeanbrun. Secondo Le Figaro, che cita fonti del comune, Jeanbrun si trovava nella sede del municipio, barricato da filo spinato, quando un gruppo di persone si è radunato davanti a casa sua dove si trovavano sua moglie e i due bambini piccoli.

Ma, i residenti della zona sostengono che l’attacco al sindaco non sia opera dei casseur. Per qualcuno forse il motivo è puramente politico: colpire Vincent Jeanbrun per la sua amministrazione muscolare. In tanti sono convinti che un ragazzino non sarebbe stato in grado di ordire un piano così sofisticato.

Le parole della nonna di Nahel

“Fermatevi e non ribellatevi”, ha detto la nonna di Nahel, Nadia, alla televisione BFM in un’intervista telefonica, dicendo che i rivoltosi stanno usando la morte del nipote solo come “pretesto”. “Dico questo alle persone che si ribellano: non rompere le vetrine, non attaccare le scuole o gli autobus. Fermatevi! Sono le mamme che prendono l’autobus, sono le mamme che escono”, ha detto.

Aggiungendo di essere “stanca”, Nadia ha detto: “Nahel, è morto. Mia figlia ha avuto un solo figlio, e ora è persa, è finita, non ha più una vita. E quanto a me, mi hanno fatto perdere mia figlia e mio nipote”.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio