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Scuola, rapporto Invalsi condanna la Campania: “Studenti peggiori, pesa la Dad”

Oltre un milione di studenti in Italia ha partecipato alle Prove Invalsi 2021 tra scuola secondaria di primo e di secondo grado. Le prove si sono svolte a conclusione di un anno scolastico molto particolare, ancoraprofondamente influenzato dalla persistenza del Covid. Si tratta delle prime prove standardizzate rivolte a tutti gli studenti dopo lo scoppio della pandemia e che ha comportato la sospensione delle rilevazioni nel 2020. Rappresentano la prima misurazione su larga scala degli effetti sugli apprendimenti di base conseguiti (Italiano, Matematica e Inglese), dopo lunghi periodi di interruzione delle lezioni in presenza a causa dell’elevato numero dei contagi.

Prove Invalsi 2021, i risultati

Il quadro che emerge dagli esiti delle prove evidenzia numerose problematicità per la scuola italiana, e tuttavia si rilevano anche alcuni aspetti positivi. Il confronto degli esiti della scuola primaria del 2019 e del 2021 restituisce, infatti, un quadro sostanzialmente stabile. La scuola primaria è riuscita quindi ad affrontare le difficoltà della pandemia garantendo risultati pressoché uguali a quelli riscontrati nel 2019. I risultati sono molto simili in tutte le regioni del Paese. Ciò nonostante, emergono alcune indicazioni che lasciano intravedere aspetti che nel ciclo secondario contribuiscono a determinare esiti diversi sul territorio nazionale e tra le scuole.

Infatti, sia nella scuola secondaria di primo grado sia nella scuola secondaria di secondo grado, rispetto al 2019, i risultati del 2021 di Italiano e Matematica sono più bassi, mentre quelli di Inglese (sia listening sia reading) sono stabili. In entrambi i cicli in tutte le materie le perdite maggiori di apprendimento si registrano tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli. I divari territoriali si ampliano maggiormente passando dalle regioni del Centro-nord a quelle del Mezzogiorno. La pandemia sembra avere accentuato anche il problema della dispersione scolastica, soprattutto nelle sue componenti più difficili da individuare e quantificare. La disponibilità di dati censuari sugli apprendimenti, confrontabili su base nazionale, permette di individuare quegli studenti che, pur non essendo dispersi in senso formale, terminano l’ultimo ciclo scolastico senza le competenze fondamentali, quindi a forte rischio di avere prospettive di inserimento nella società non molto diverse da quelle degli studenti che non hanno terminato la scuola secondaria di secondo grado.

La situazione in Campania

Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna fanno registrare il maggior numero di allievi con livelli di risultato molto bassi, il 50% il 60% in Matematica, il 30-40% in Inglese-reading e il 55-60% in Inglese-listening. In tutte le materie le perdite maggiori di apprendimento si registrano in modo molto più accentuato tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli.
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