La pubblicità televisiva in Italia è sempre stata più di un semplice strumento di marketing. Sin dagli albori, gli spot che andavano in onda sono stati considerati una vera e propria arte che ha saputo entrare nelle nostre case, farci ridere, sognare e, talvolta, anche commuovere. Lo storytelling di alcune pubblicità, in particolare, hanno catturato così tanto il nostro immaginario che le ha trasformate in vere e proprie icone, indelebili nella nostra memoria.
Carosello: l’alba della pubblicità italiana
Prima di addentrarci nelle singole campagne, quando si parla di pubblicità nel Belpaese non si può non citare Carosello, il format televisivo che ha segnato l’alba del nostro stile di comunicazione. Con i suoi sketch comici e i messaggi promozionali, Carosello ha intrattenuto milioni di italiani, introducendo il concetto di storytelling nella comunicazione pubblicitaria. Non a caso, questo programma televisivo così iconico è ricordato dalle generazioni che hanno visto gli albori della televisione in Italia con nostalgia. “A letto dopo Carosello” era la frase che accompagnava milioni di bambini che dal 1957 al 1977, dopo il programma erano spinti ad andare a dormire.
Carosello ha gettato le basi per un modo di fare pubblicità in Italia che si è evoluto nel tempo, dando vita a campagne memorabili e iconiche. Dalle atmosfere surreali e comiche degli anni ’50 e ’60, si è passati a spot più moderni e sofisticati, che hanno saputo sfruttare le nuove tecnologie e le tendenze del momento.
Ferrero Rocher: Ambrogio e il languorino
Il 1992 è l’anno in cui i Ferrero Rocher entrano nelle case degli italiani con una campagna pubblicitaria che farà la storia. Protagonista indiscusso è Ambrogio, il maggiordomo sempre pronto a soddisfare il “leggero languorino” della sua padrona con i preziosi cioccolatini. L’eleganza degli ambienti, la raffinatezza dei gesti e le battute tra i due personaggi creano un’atmosfera unica, che contribuisce a elevare il prodotto a simbolo di lusso e raffinatezza. L’indimenticabile frase “non è proprio fame, è più voglia… di qualcosa di buono” diventa un vero e proprio tormentone, sintetizzando perfettamente il piacere di concedersi un momento di dolcezza.
Barilla: un abbraccio familiare
Lo spot della Barilla del 1986 è un capolavoro di semplicità ed emozione. Si tratta infatti di un’immagine familiare per tutti: una mamma che cucina, una bambina che gioca, un gattino bagnato che viene accolto in casa. La canzoncina orecchiabile e il lieto fine consolidano l’idea che la pasta Barilla sia un alimento che unisce le famiglie e crea momenti di condivisione. Lo slogan “dove c’è Barilla, c’è casa” diventa un mantra, rafforzando il legame tra il prodotto e i valori domestici.
Beltè: un successo in rima
Nel 1993, Beltè conquista il pubblico con una pubblicità che si basa su una semplice ma irresistibile canzoncina. Il jingle, orecchiabile e ripetitivo, diventa un vero e proprio tormentone, tanto da oscurare quasi il prodotto stesso. La semplicità del messaggio e la melodia accattivante fanno sì che la pubblicità di Beltè venga ricordata ancora oggi con un sorriso.
Lelli Kelly: il sogno di ogni bambina
Le scarpine Lelli Kelly, con il loro design colorato e giocoso, conquistano il cuore delle bambine degli anni ’90. La pubblicità, con il suo jingle ritmato e orecchiabile, contribuisce a creare un vero e proprio fenomeno di moda. Le bambine sognano di indossare quelle scarpine, e la canzone diventa la colonna sonora dei loro giochi.
Buscopan: la quiete dopo la tempesta
Un’altra pubblicità che ha lasciato un segno indelebile nella nostra memoria è quella del 1999 di Buscopan. Lo spot riesce a evidenziare benissimo i sintomi del mal di pancia, attraverso la metafora del mare in tempesta. Il protagonista si trova su un faro, in mezzo a una burrasca che agita le onde e, dopo aver preso la compressa per il mal di pancia, torna il sereno. Lo spot, con il suo messaggio chiaro e diretto, ha associato il prodotto a un sollievo immediato e duraturo. Lo slogan “Buscopan, la quiete dopo il mal di pancia” è diventato un tormentone, tanto da essere ancora oggi ricordato da molti.
L’evoluzione costante del mondo pubblicitario
Ovviamente queste non sono state le uniche pubblicità a rimanere nell’immaginario collettivo. Pensiamo a Peroni e al suo celebre slogan “Chiamami Peroni, sarò la tua birra”, che ha reso la birra un simbolo di convivialità e spensieratezza, o a Calzedonia con la sua campagna “Forever Together” che ha promosso l’inclusività e la connessione umana. Come dimenticare poi Lavazza con i suoi spot con Paolo Bonolis e Luca Laurentis in Paradiso o Mulino Bianco con i suoi spot ambientati in una idilliaca campagna italiana.
Cosa hanno in comune tutte queste pubblicità? Innanzitutto, un’idea creativa e originale che le ha distinte dalla massa, ma non solo. Queste campagne hanno saputo coinvolgere emotivamente il pubblico, creando un legame profondo tra il prodotto e il consumatore. Molte di queste pubblicità, infatti, hanno saputo catturare lo spirito del tempo, riflettendo i cambiamenti culturali e sociali in atto.
Nonostante l’avvento dei social media e delle nuove tecnologie abbia profondamente cambiato il modo di fare pubblicità, i principi fondamentali rimangono gli stessi. Al centro c’è sempre la capacità di raccontare una storia, di creare un legame emotivo con il pubblico e di lasciare un segno duraturo nella mente dei consumatori. Le pubblicità che hanno fatto la storia ci insegnano che la buona comunicazione è un’arte che non conosce confini e che continua a evolversi, adattandosi ai tempi e ai gusti di un pubblico sempre più esigente.