Quale era in vero volto di Dante Alighieri? In Umbria spunta in ritratto del “Sommo Poeta” con la barba. Nell’ufficio della sindaca di Orvieto c’è un dipinto inedito, databile tra il 1500 e il 1600.
Orvieto, ritrovato ritratto raffigurante Dante Alighieri con la barba
È passato inosservato per decenni, forse secoli, e solo ora, alla vigilia del “Dantedì” con cui si celebrano i 700 anni dalla morte dell’autore della Divina commedia, è balzato agli occhi di Roberta Tardani, che guida l’amministrazione comunale della Rupe.
“Siamo di fronte a un quadro misterioso, secondo le prime ricerche sarebbe databile tra il 1500 e il ‘600”, spiega Daniele Di Loreto, presidente della Fondazione museale “Claudio Faina”.
L’ispirazione
“L’autore è ignoto – aggiunge – ma è ipotizzabile che si sia ispirato al pittore fiorentino Cristofano di Papi dell’Altissimo, stando a una prima valutazione fatta da alcuni storici dell’arte”. “Quello che appare certo – sottolinea Di Loreto – è che la raffigurazione sembra prendere spunto dalla dettagliata descrizione che Giovanni Boccaccio fa del volto di Dante Alighieri nel “Trattatello in laude di Dante” scritto tra il 1351 e il 1355.
La descrizione di Boccaccio
Boccaccio scrive: “Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno e i capelli e la barba spessi, neri e crespi, e sempre nella faccia malinconico e pensoso”: sembra proprio di leggere la descrizione del dipinto di Orvieto.
La mostra
Il dipinto sarà oggetto di ricerca nei prossimi mesi, e sarà la “star” della mostra che verrà organizzata dopo l’estate, a partire dal 14 settembre.