Quali regioni rischiano di retrocedere in zona gialla da lunedì 23 agosto? L’Italia è ancora tutta in zona bianca, ma Sardegna e Sicilia – in base ai nuovi criteri per il passaggio nella fascia di rischio superiore – sono le Regioni più vicine a ritornare in fascia gialla.
Quali regioni rischiano la zona gialla dal 23 agosto: i dati
Secondo i dati Agenas, forniti dal ministero della Salute e aggiornati alla serata del 16 agosto, la percentuale di posti letto occupati nelle terapie intensive è del 5% (+1%), mentre quella nei reparti ordinari è stabile al 6%.
I parametri in vigore da luglio fissano al 10% e 15% la soglia di occupazione di terapie intensive e reparti ordinari per il passaggio dal bianco al giallo. Tuttavia, per cambiare fascia bisogna anche superare la soglia dei 50 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti.
La situazione Covid in Sardegna
La Sardegna è la Regione con più posti letto occupati in terapia intensiva: sono l’11% del totale (+1%), oltre la percentuale per restare in zona bianca. Cresce di un punto anche il tasso di occupazione nei reparti ordinari, che arriva al 9%.
La situazione Covid in Sicilia
In Sicilia le terapie intensive sono occupate al 9%, mentre cresce ancora dell’1% il tasso di ricoveri Covid nei reparti ordinari, che ora tocca il 16%: la soglia critica è stata superata.
Analizzando i dati relativi al periodo 9-15 agosto, le due isole sono anche le Regioni con la più alta incidenza settimanale di nuovi casi ogni 100mila abitanti: 147,93 per la Sardegna e 140,16 per la Sicilia
La situazione nelle altre regioni italiane
Per quanto riguarda i reparti ordinari, le altre Regioni che più si avvicinano alla soglia critica del 15% sono Calabria, che registra un aumento di un punto e arriva al 14%, e la Basilicata, in salita al 10%.
Più bassi i dati nelle altre Regioni. Sopra il 5% solo Lazio, Campania (entrambi all’8%) e Toscana (6%). Abruzzo, Emilia-Romagna, Puglia e Valle d’Aosta sono al 5%. Liguria, Marche, le province autonome di Bolzano e Trento si fermano al 4%. Molise e Veneto sono al 3%, mentre Friuli-Venezia Giulia e Piemonte sono al 2%.
In generale, i territori che hanno visto un aumento di un punto percentuale del tasso di occupazione dei reparti ordinari sono Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Veneto. In discesa di due punti il Molise e di uno la provincia di Bolzano.
Italia in zona bianca
L’ultimo monitoraggio settimanale del Ministero della Salute e dell’ISS (venerdì 13 agosto) riferito ai dati della scorsa settimana, quella che va dal 2 all’8 agosto, ha dati in chiaroscuro: da una parte certifica un calo dell’indice Rt, che tuttavia resta sopra all’1, mentre dall’altra si registra purtroppo un aumento dell’incidenza.
Nel dettaglio, l’Rt scende a 1,27 (la settimana prima era all’1,56) mentre l’incidenza settimanale dei contagi passa da 68 a 73 casi ogni 100 mila abitanti. Questi numeri erano molto attesi in quanto davano l’ufficilità riguardo i colori delle regioni nella prossima settimana. E così, nonostante un andamento al rialzo dell’incidenza, come pure l’aumento dei ricoveri, tutte le regioni sono rimaste in zona bianca. Una conferma di quanto ha spiegato dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri nei giorni scorsi, riguardo al fatto che i nuovi parametri permettono alle regioni di restare per più tempo in zona bianca. Senza il cambio effettuato dal decreto del 23 luglio, infatti, oggi buona parte dell’Italia sarebbe stata in zona gialla.
I parametri per entrare in zona gialla
Ma come si entra in zona gialla, dopo i cambiamenti effettuati dal decreto del 23 luglio? Le regioni devono avere un’incidenza settimanale, indicata dal prossimo monitoraggio, superiore ai 50 casi ogni 100.000 abitanti; avere un’occupazione del 10% dei posti letto in terapia intensiva; avere un’occupazione del 15% dei posti letto nelle aree mediche. Elementi che devono essere soddisfatti contemporaneamente.