Cronaca

In aumento gli birdstrike, le collisioni tra aerei e fauna selvatica: ecco gli aeroporti italiani con il maggior numero di incidenti

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Foto di repertorio

In aumento gli birdstrike, ovvero le collisioni tra aerei e fauna selvatica: ecco quali sono gli aeroporti italiani con il maggior numero di incidenti. Con l’incremento dei voli e l’espansione delle aree urbane, è difficile pensare di poter eliminare completamente il fenomeno. Le misure di prevenzione.

Birdstrike: gli aeroporti italiani con il maggior numero di incidenti

Il termine birdstrike si riferisce alle collisioni tra aerei e fauna selvatica ed è una delle principali preoccupazioni per la sicurezza aerea a livello globale. Sebbene la maggior parte degli incidenti coinvolga uccelli (circa il 97% dei casi), anche mammiferi, rettili e anfibi possono essere coinvolti. Questi eventi possono provocare danni agli aeromobili, mettendo a rischio la sicurezza del volo, soprattutto durante le fasi critiche come il decollo e l’atterraggio.

Il fenomeno del birdstrike ha acquisito una notevole importanza pubblica nel 2009, in seguito all’incidente del volo US Airways 1549. Questo aereo, con 155 persone a bordo, colpì un gruppo di oche canadesi durante il decollo dall’aeroporto LaGuardia di New York. L’impatto con gli uccelli causò una perdita di potenza nei motori, generando una situazione di emergenza che avrebbe potuto avere conseguenze tragiche.

Il capitano Chesley “Sully” Sullenberger riuscì a effettuare un atterraggio di emergenza sul fiume Hudson, evitando così una catastrofe.

Questo evento, noto come “Miracolo sull’Hudson”, ha aumentato la consapevolezza pubblica riguardo all’importanza di monitorare e prevenire i birdstrike, portando a una revisione delle politiche di sicurezza aerea e a una raccolta più sistematica di dati sugli impatti con la fauna selvatica.

Gli incidenti in Italia

In Italia, come nel resto del mondo, gli incidenti di birdstrike si verificano principalmente durante le fasi di decollo e atterraggio, quando gli aerei volano a bassa quota. Le aree circostanti gli aeroporti, spesso caratterizzate da habitat naturali come zone umide, laghi, discariche e luoghi di sosta per gli animali, risultano molto attrattive per diverse specie di fauna selvatica, in particolare gli uccelli. Questi animali, talvolta attratti da cibo e rifugi, possono incrociarsi con le rotte degli aeromobili, aumentando notevolmente il rischio di collisioni.

Nel 2022, l’Italia ha registrato 2.168 casi di birdstrike, un fenomeno che ha mostrato un incremento drammatico negli ultimi 20 anni: nel 2002 erano stati segnalati solo 348 casi. Di questi 2.168 incidenti, il 95% ha coinvolto impatti con uccelli, mentre il restante 5% ha riguardato mammiferi, rettili e anfibi.

In Italia, il rischio di birdstrike non è omogeneo, ma varia notevolmente in base alla posizione geografica degli aeroporti, alla biodiversità presente e alle attività che si svolgono nelle aree circostanti. L’aumento del traffico aereo, in particolare nel 2022, dopo i significativi cali causati dalla pandemia di COVID-19, ha comportato un notevole incremento degli incidenti con la fauna selvatica.

Gli aeroporti più colpiti

Secondo i dati del 2022, alcuni degli aeroporti italiani con il maggior numero di birdstrike sono:

  • Aeroporto di Fiumicino (Roma): 124 collisioni con uccelli su 212.502 movimenti e 4 collisioni con mammiferi. L’aeroporto di Roma Fiumicino, essendo il più grande e trafficato d’Italia, registra un elevato numero di birdstrike. La presenza di una vasta gamma di habitat naturali nelle vicinanze, tra cui fiumi e aree di sosta per gli uccelli migratori, contribuisce ad aumentare il rischio di collisioni.
  • Aeroporto di Napoli: si sono registrati 64 impatti con volatili su un totale di 89.994 movimenti, oltre a 1 impatto con altra fauna. La prossimità del Vesuvio e delle aree agricole circostanti attrae numerose specie di uccelli, contribuendo così al numero relativamente elevato di incidenti.
  • Aeroporto di Catania: sono stati segnalati 57 impatti con volatili su 72.505 movimenti. Analogamente a Fiumicino, l’aeroporto di Catania si trova vicino a vari habitat naturali, tra cui il mare e le zone rurali, che facilitano il transito degli uccelli migratori.
  • Aeroporto di Milano Malpensa: si sono verificati 51 impatti con volatili su 186.617 movimenti, insieme a 10 impatti con altra fauna. Essendo uno degli aeroporti più trafficati del nord Italia, Malpensa presenta un numero significativo di birdstrike, aggravato dalla presenza di aree verdi e corsi d’acqua nelle vicinanze.
  • Aeroporto di Palermo: 28 collisioni con volatili su un totale di 55.886 movimenti. La Sicilia, caratterizzata da ampie zone agricole e costiere, è frequentemente attraversata da uccelli migratori, aumentando così il rischio di birdstrike durante i loro spostamenti.

Le misure di prevenzione

In risposta all’aumento dei birdstrike, gli aeroporti italiani hanno implementato diverse strategie preventive per ridurre i rischi. Queste comprendono il monitoraggio attivo della fauna selvatica, attraverso l’uso di droni e radar per tenere sotto controllo la presenza di uccelli e altri animali nelle vicinanze degli scali. Inoltre, sono stati adottati sistemi di allontanamento, che utilizzano suoni, luci o segnali acustici per spaventare gli uccelli e tenerli lontani dalle aree critiche.

Barriere fisiche: recinzioni e altre forme di protezione per impedire l’accesso degli animali alle piste di volo. Modifiche ambientali: gestione del territorio e rimozione di discariche o aree di sosta per uccelli nelle vicinanze degli aeroporti, al fine di diminuire l’attrattiva di tali zone.

In aggiunta, dal 2021, gli aeroporti europei, compresi quelli italiani, hanno adottato il sistema Eccairs2 (European Coordination Centre for Accident and Incident Reporting Systems), che permette di raccogliere dati più accurati e tempestivi sugli incidenti di birdstrike, migliorando così la reattività delle autorità e dei gestori aeroportuali.

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