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Quali sono le varianti del Covid? Le più contagiose e come distinguerle

Tutto quello che c'è da sapere sulle varianti del Covid finora individuate

Quali sono le varianti del Covid finora individuate? È la domanda che in molti si stanno ponendo da diversi mesi. Come sappiamo, almeno in Italia, è la variante inglese a prevalere tra i nuovi contagi. Ma quali sono le varianti più contagiose? E soprattutto, come distinguerle? Cerchiamo di fare chiarezza rispondendo alle domande più frequenti.

Quali sono le varianti del Covid finora individuate?

Prima di procedere, è opportuno chiarire cosa vuol dire “variante”. Quando un virus si replica o crea copie di se stesso a volte cambia leggermente. Questi cambiamenti sono chiamati “mutazioni”. Un virus con una o più nuove mutazioni viene indicato come una “variante” del virus originale. Finora sono state identificate in tutto il mondo centinaia di varianti del Coronavirus.

Quali sono le varianti che preoccupano gli esperti

La variante inglese (B.1.1.7)

La variante inglese è stata identificata la prima nel Sud-Est del Regno Unito nel settembre del 2020. Il primo caso è stato individuato in Europa. Dal CDC Americano è stata classificata come “preoccupante”.

Tale variante, inoltre, ha dimostrato di avere una maggiore trasmissibilità rispetto a quelle circolanti in precedenza (trasmissibilità superiore del 37% rispetto ai ceppi non varianti, con una grande incertezza statistica, tra il 18% e il 60%). La maggiore trasmissibilità di questa variante si traduce in un maggior numero assoluto di infezioni, determinando così un aumento del numero di casi gravi.

Trasmissibilità e virulenza della variante Covid inglese

  • Trasmissibilità +70% confrontata con la variante “standard” di Wuhan
  • Virulenza del +60%

Le varianti Californiane del Covid (B.1.427 e B.1.429)

La variante Californiana del Coronavirus è stata identificata per la prima volta a dicembre del 2020. Rispetto alla temibile variante inglese, la trasmissibilità risulta essere più lenta (+20%).

La variante Sudafricana del Covid (B.1.351\ 501.V2)

La variante Sudafricana del Coronavirus è stata individuata per la prima volta nel Sud Africa a ottobre del 2020. Il primo caso in Europa è stato scoperto il 28 dicembre del 2020.

I dati indicano che anche questa variante possa essere caratterizzata da maggiore trasmissibilità (50% più trasmissibile rispetto alle varianti circolanti precedentemente in Sud Africa), mentre al momento non è chiaro se provochi differenze nella gravità della malattia.

La variante Brasiliana del Covid (P.1)

La variante Brasiliana del Coronavirus è stata identificata per la prima volta a Manaus ( la capitale dello Stato di Amazonas) e in Giappone a dicembre del 2020. I primi casi in Europa, invece, risalgono agli inizi del 2021. Secondo quanto riferito da CDC americano, la trasmissibilità rispetto alla variante “standard” di Wuhan è del 150%.

La variante Nigeriana del Covid (B.1.1.207)

La variante Nigeriana del Covid è stata individuata per la prima volta nell’agosto del 2020 in Nigeria. I primi casi in Italia risalgono al mese di marzo del 2021. Viene classificata dal CDC americano come “variante emergente“. Attualmente è ignota la trasmissibilità e la virulenza. Gli esperti sostengono che potrebbe determinare un aumento delle reinfezioni in soggetti guariti dal Coronavirus.

Una nuova variante scoperta in Giappone “Resiste ai vaccini”

Circa il 70% dei pazienti con Covid testati in un ospedale di Tokyo il mese scorso, aveva una variante nota per la riduzione della protezione del vaccino: lo ha detto l’emittente pubblica giapponese NHK.

La mutazione E484K, soprannominata “Eek” da alcuni scienziati, è stata trovata in 10 delle 14 persone che sono risultate positive al virus al Tokyo Medical and Dental University Medical Hospital a marzo, si legge nel nuovo rapporto giapponese. ( CLICCA QUI PER APPROFONDIRE).

Scoperta anche in Italia una nuova mutazione

Anche in Italia è stata scoperta una nuova variante del Coronavirus. È arrivata la conferma per la nuova mutazione ‘speciale’, mix di varianti già note, scoperta dal laboratorio Cerba HealthCare di Milano dalla task force coordinata dal virologo Francesco Broccolo, dell’Università degli studi Milano Bicocca. La variante era stata individuata in una donna della provincia di Novara.



FONTI: MINISTERO DELLA SALUTE, CDC, IL_CORPO UMANO (INSTAGRAM)

 

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