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Quattro anni fa moriva Davide Astori

Quattro anni fa moriva Davide Astori: la tragedia del capitano viola | Numerosi furono i messaggi di cordoglio e le commemorazioni

Il 4 marzo del 2018 moriva Davide Astori. Era legato alla modella Francesca Fioretti, dalla quale aveva avuto una figlia, Vittoria, nata il 17 febbraio 2016. Il 4 marzo 2018 il calciatore venne rinvenuto senza vita in un albergo di Udine che ospitava la Fiorentina prima della partita contro l’Udinese del 27º turno di Serie A.

Secondo i risultati dell’autopsia, il decesso avvenne per morte cardiaca improvvisa seguita a fibrillazione ventricolare dovuta a una cardiomiopatia aritmogena silente sebbene all’inizio si fosse parlato di bradiaritmia. In segno di lutto, le partite di Serie A e i posticipi di Serie B e C in programma furono rinviati.

Davide Astori moriva quattro anni fa

Numerosi furono, inoltre, i messaggi di cordoglio e le commemorazioni della sua scomparsa. Astori riposa nel cimitero di San Pellegrino Terme. In seguito alla sua morte, sia la Fiorentina sia il Cagliari ritirarono la maglia numero 13, che Astori era solito indossare in virtù della sua ammirazione per Alessandro Nesta. Dal 2018, la Hall of Fame del calcio italiano prevede un premio fair play intitolato alla memoria di Astori.

A distanza di un anno dalla sua scomparsa, il giornalista di Sky Sport Giorgio Porrà dedicò ad Astori una puntata commemorativa del suo programma Uomo Della Domenica. Il 27 marzo 2018, poco tempo dopo la sua morte, il centro sportivo della Fiorentina, famoso come “I Campini”, assunse il nome di “Centro sportivo Davide Astori” su delibera del comune di Firenze. Il 16 novembre 2019 il comune di Rignano sull’Arno gli intitolò lo stadio della cittadina. Il 12 luglio 2021, durante un incontro al Quirinale con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il capitano della Nazionale italiana Giorgio Chiellini gli ha dedicato la vittoria del campionato europeo di calcio 2020.

Davide Astori, il gup: “L’errore del medico impedì di salvare il giocatore”

L’errore del medico impedì di salvare la vita di Davide Astori. “Con la sua condotta l’imputato ha impedito l’accertamento della malattia, avendo omesso il primo necessario atto” che avrebbe avviato un iter diagnostico in grado di salvare la vita di Davide Astori.

È quanto sostiene il gup di Firenze Angelo Antonio Pezzuti, nella sentenza con la quale ha condannato a un anno di reclusione, pena sospesa, il medico sportivo Giorgio Galanti, accusato di omicidio colposo per la morte del calciatore della Fiorentina Davide Astori, trovato senza vita la mattina del 4 marzo 2018 nella sua camera di albergo a Udine mentre era con la squadra.

Escono dunque le motivazioni della condanna e Firenze riapre una ferita in realtà mai chiusa, quella della morte dell’amatissimo capitano della Fiorentina, un esempio per tutti non solo dal punto di vista sportivo ma anche umano.

Astori, è stato accertato dai medici, morì per un arresto cardiaco dovuto a una cardiomiopatia aritmogena. Secondo quanto sostenuto nella sentenza, il professor Galanti, difeso in aula dall’avvocato Sigfrido Fenyes, avrebbe commesso «un errore diagnostico» decidendo di non effettuare ulteriori controlli nonostante l’extrasistolia ventricolare emersa ripetutamente durante le prove da sforzo annuali a cui veniva sottoposto il capitano della Fiorentina.

Nella sentenza il gup contesta in parte le conclusioni degli stessi periti incaricati. “I periti – afferma – hanno aggiunto che la sospensione dell’attività sportiva avrebbe sicuramente rallentato la progressione della malattia, comunque non avrebbe escluso con certezza l’arresto cardiaco”.

Una corretta diagnosi avrebbe escluso la morte

“Tale argomentazione – sostiene Pezzuti – non appare condivisibile”. “Una corretta diagnosi – afferma ancora -, effettuata all’esito di tutti i necessari accertamenti, avrebbe comportato l’installazione di un impianto di defibrillazione e ciò avrebbe escluso la morte del calciatore”.

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