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Rosario Ventura, il capotreno accoltellato a Genova: “Ho chiesto i biglietti, la ragazzina mi ha sputato. Poi è spuntato il coltello”

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Rosario Ventura

Rosario Ventura, il capotreno 44enne originario del Sannio accoltellato a Genova, ha raccontato l’episodio di violenza avvenuto nella giornata di ieri lunedì 4 novembre: “Ho chiesto i biglietti, la ragazzina mi ha sputato. Poi è spuntato il coltello”

Rosario Ventura, il capotreno accoltellato a Genova: il racconto

«Diciamo a parte le ferite sto bene, 7 punti nella scapola e quasi una 20ina sul braccio. Ora si inizia a sentire il dolore, fortunatamente non ha preso organi. Sono state almeno 3 coltellate. Siamo qui, sto bene, possiamo raccontarlo, è andata bene così». Rosario Ventura, 44 anni, controllore di Trenitalia, è stato accoltellato ieri su un treno regionale a Genova dopo aver chiesto di controllare i biglietti. Presenta una vistosa fasciatura che va dalla spalla in giù e porta ancora il segno di una testata ricevuta poco prima di essere colpito con un coltello da un aggressore di 21 anni, già arrestato dai carabinieri. Con cautela, apre la porta del suo appartamento al quarto piano, situato sulle alture del Cep di Pra’, nel ponente di Genova, e sorride: dopo ore di paura, il peggio sembra essere passato. Tuttavia, esattamente 24 ore prima di questa conversazione, Rosario si trovava sdraiato a terra su un binario della stazione ferroviaria di Rivarolo, a Genova, dopo aver subito almeno tre coltellate, oltre a calci, pugni e sputi, da due giovani aggressori ai quali stava controllando il biglietto. Oltre al 21enne che ha inferto i colpi, anche una ragazza di 16 anni è stata denunciata. «Pensavo mi avesse preso solo di striscio – racconta – pensavo che la giacca avesse attutito il colpo, poi ho levato la camicia e ho visto il sangue». Un attimo di pausa. «E mi è girata la testa».

Cosa è successo

Lunedì pomeriggio ha vissuto un momento difficile mentre si trovava a bordo del treno regionale dove Rosario stava lavorando, avendo appena iniziato il suo turno. «Poco dopo le 13 – racconta – eravamo io e una collega a bordo, e a Sampierdarena sono saliti gli studenti, era l’ora di uscita. È salita anche una coppia di giovani, ma non avevano lo zaino». Non avevano il biglietto, «e nemmeno l’intenzione di pagare – continua Rosario – chiedere il biglietto fa parte del mio lavoro, è un obbligo. Qui non ci sono sceriffi, solo persone che svolgono il loro compito. Lavoro in questo settore dal 2013, ho accumulato esperienza».

Il racconto di quanto accaduto si svolge in modo rapido. Dopo aver chiesto i biglietti, la conversazione si trasforma in un litigio. «Stavano giocando con il cellulare e non mi prestavano attenzione. Poi è arrivato uno sputo, un calcio e una sberla da parte della ragazza. Sono andato dal giovane che era con lei e gli ho detto: “È solo una ragazzina, dille di calmarsi”. In quel momento mi ha colpito con una testata e, girandomi, ho ricevuto colpi con un coltello». «Voglio ringraziare tutti, dai vertici dell’azienda ai colleghi che mi hanno contattato – prosegue – è stato bello, non ti fa sentire solo un numero. Non mi era mai capitato nulla di simile. Anche gli altri passeggeri mi hanno difeso e poi mi hanno soccorso, sono stati fondamentali».

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