Cronaca

Chiara Gualzetti, l’assassino aveva detto: “Domenica ucciderò una ragazza”

Emergono altri dettagli sul ragazzo di 16 anni che ha ucciso Chiara Gualzetti, la giovane trovata morta accoltellata in provincia di Bologna. È stato lui a scriverle, proponendole di vedersi dopo che si erano conosciuti in casa. Il cellulare del giovane è stato sequestrato e gli inquirenti hanno trovato le chat che rappresentavano degli evidenti campanelli d’allarme.

Le chat del ragazzo che ha ucciso Chiara Gualzetti

Dalle conversazioni emerge l’insistenza con cui lui le chiedeva di vedersi, dopo averla tanto ignorata. E si vede anche tutto il resto. “Se mi uccidessi non mancherei a nessuno” aveva scritto tempo fa lei a lui. Cercava la sua attenzione, avrebbe voluto leggere che no, non è vero: a lui sarebbe mancata molto. E invece lui risponde: “Ti do’ una mano io se proprio vuoi”.

Fra le chat che ha cancellato c’è anche un messaggio mandato lunedì a un’amica: “Ho ucciso Chiara”. Lei corre a dirlo ai carabinieri accompagnata dai genitori proprio nelle ore in cui viene trovato il corpo. A un parente, invece, aveva detto pochi giorni prima: “Domenica ucciderò una ragazza”, ma lui non lo aveva preso sul serio come riportato dal Corriere della Sera.

Omicidio Chiara Gualzetti, chi è il ragazzo che l’ha uccisa

Chi è il ragazzo che ha ucciso Chiara Gualzetti, la 16ene trovata morta nella giornata di lunedì 28 giugno, all’indomani della sua scomparsa. Il 16enne era convinto di sentire il diavolo che gli parlava. La serie tv Lucifer – dove il diavolo “sale” in terra conducendo una vita da umano – lo aveva “stravolto” come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino. Si dice confuso, appare cupo e silenzioso, spesso era insofferente e si chiudeva in sé stesso. Ora sta provando a rendersi conto di quello che è accaduto.

“Mi dispiace per Chiara e per la sua famiglia” ha detto al suo avvocato il giovane, attualmente detenuto nel carcere minorile Pietro Siciliani di Bologna. Frequentava un istituto tecnico che lo portava a svolgere nelle aziende alcuni stage e col tempo avrebbe lavorato come elettricista. Aveva conosciuto Chiara entrando in casa sua con un apprendistato presso l’azienda del padre.


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Il confronto con lo psicologo

Nell’ultimo periodo A. era finito nello studio di uno psicologo. Sui profili social network mostrava i suoi addominali scolpiti, capelli decolorati, la collana al collo. Secondo gli inquirenti il padre era assente e presto dovrebbe essere convocato dai carabinieri. Il 16enne ha due fratellastri, nati da due compagni diversi della madre. Quest’ultima non si capacita per ciò che è successo e si dispera.

Chiara uccisa a coltellate a 16 anni, parla l’assassino

E’ molto scosso, sta iniziando a realizzare quanto accaduto. Lui è molto confuso, è molto dispiaciuto in generale”, spiega all’Adnkronos il difensore che domani – in tarda mattinata – prenderà parte all’interrogatorio davanti al gip, interrogatorio in cui il 16enne sarebbe ancora intenzionato a rispondere. “E’ accusato di un omicidio, è stato fermato, sottoposto di notte in caserma a un interrogatorio fiume, non ha potuto incontrare i suoi genitori, sarebbe stato difficile per chiunque affrontare le ultime 24 ore, immaginarsi per un ragazzo come lui”.

Resta da verificare se il 16enne – che dice di aver sentito un demone che lo ha spinto ad accoltellare a morte l’amica – fosse in cura da uno psicologo: “è un tema da approfondire“, dice l’avvocato. Così come si attendono gli esiti sul coltello da cucina pulito sequestrato, insieme ai suoi vestiti, nell’abitazione del ragazzo sulle colline bolognesi. Se dovessero emergere tracce ematiche della vittima il quadro indiziario, già compromesso dalla confessione, si rafforzerebbe ulteriormente.

Pochi amici, un carattere particolare, nel suo passato non risultano precedenti che potessero rappresentare un campanello d’allarme. “La madre è sorpresa e distrutta, come lo sono gli insegnanti e tutti. Mi scuote pensare che in un attimo si può distruggere la vita di due famiglie e la sua vita resterà per sempre segnata“, conclude il difensore che preferisce non entrare nel merito delle dichiarazioni rese dal suo assistito.

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