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Rosa Vespa e Aqua Moses, chi sono i rapitori della neonata: avevano simulato una gravidanza, agenti intervenuti durante la festa

Rosa Vespa (53 anni) e Aqua Moses (43), lei italiana, lui di cittadinanza senegalese, moglie e marito sono i responsabili del rapimento di una neonata avvenuto alla clinica Sacro Cuore di Cosenza. La donna, finendosi una infermiera, ha portato via la piccola, appena nata. La coppia – che da nove mesi simulava di essere in attesa di un bambino – è stata fermata nella loro casa di Castrolibero. Gli agenti hanno fatto irruzione nel corso dei, finti, festeggiamenti per la nascita di loro figlio.

Rapimento di una neonata a Cosenza: chi sono i responsabili

Rosa Vespa e Aqua Moses avrebbero simulato una gravidanza e fatto credere ai familiari che quella neonata fosse loro figlio: per questo la bambina – rapita dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza – era stata vestita con una tutina azzurra. La donna si è finta una infermiera per sottrarre la piccola Sofia, di appena un giorno di vita. Mentre il marito l’attendeva all’esterno per fuggire.

I due sono stati portati in questura, ascoltati dal pm di turno Antonio Bruno Tridico e poi trasferiti in carcere. Sono accusati di sequestro di persona in concorso. La coppia è stata fermata nella loro abitazione di Castrolibero circa tre ore dopo il rapimento.

La donna l’8 gennaio aveva pubblicato su Facebook un post in cui ne annunciava la nascita scrivendo: «Dopo tanta attesa il nostro miracolo è arrivato! Alle ore 20.00 di oggi è nato Ansel. Mamma e papà ti amano».


Il post della donna sui social

Il rapimento

L’agenzia di stampa AdnKronos racconta che secondo quanto trapela da fonti investigative all’arrivo delle forze dell’ordine all’interno dell’appartamento della coppia a Castrolibero, erano in corso i festeggiamenti, con tanto di banchetto, per la nascita del bambino. I parenti della coppia erano, quindi, stati all’oscuro del rapimento. La donna, oltre ad aver simulato per 9 mesi la gravidanza, aveva detto di essere stata trattenuta nella clinica alcuni giorni in più del previsto per degli accertamenti.

La nota

La donna è entrata in clinica nell’orario previsto per le visite al pubblico e fingendosi una infermiera ha sottratto la piccola. Fondamentali per le indagini sono state le immagini delle telecamere di videosorveglianza della clinica.

«Per fortuna, il sistema di videosorveglianza ha funzionato, consentendo alle forze dell’ordine di rintracciare i responsabili in tempi rapidi. In clinica entrano i parenti dei bambini per portare dolci e regali e noi non chiediamo i documenti a tutti. Anzi, spesso veniamo accusati di essere troppo fiscali nei controlli. È stata una giornata difficile, quanto accaduto ci farà ripensare il sistema con cui gestire gli ingressi d’ora in avanti», ha detto Saverio Greco, legale rappresentante del gruppo IGreco, proprietario della clinica. 

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