Il Recovery Plan potrebbe portare all’abolizione di Quota 100, con il dopo Quota 100 che sarà destinato solamente ad alcune categorie di lavoratori. È quanto emerge dalla bozza del Recovery Plan, un documento di 318 pagine che tocca diversi temi tra cui, appunto, quello delle pensioni
Quota 100 non verrà prorogata. Vane, dunque, le pressioni fatte da Matteo Salvini, il quale aveva chiesto un rinnovo per la misura da lui tanto voluta durante l’esperienza del primo Governo Conte. Inoltre, nella bozza non si fa riferimento a Quota 102, la misura che avrebbe dovuto sostituire Quota 100 evitando uno scalone di cinque anni dal 1° gennaio 2022. Nel testo del Recovery Plan, infatti, non viene lasciato spazio ad altre interpretazioni: in futuro, la flessibilità sarà riservata a determinate categorie e non sarà per tutti com’è stato in passato.
Pensioni, Recovery Plan e Quota 100: le ultime notizie
Il premier Mario Draghi ha dunque deciso di non confermare la misura di Quota 100, particolarmente criticata dall’Unione Europea. Nell’ultima bozza del Recovery Plan, che presto verrà sottoposta al vaglio del Consiglio dei Ministri, si legge infatti che “in tema di pensioni, la fase transitoria di applicazione della cosiddetta Quota 100 terminerà a fine anno”.
Questo, come riportato da Money.it, significa che dal 1° gennaio 2022 non si potrà più andare in pensione con Quota 100. O meglio, visto il principio di cristallizzazione, potranno comunque andarci coloro che ne maturano i requisiti – almeno 62 anni di età e almeno 38 anni di contributi – entro il 31 dicembre 2021. Dopodiché si tornerà esclusivamente ai requisiti previsti dalla Legge Fornero: quindi, pensione di vecchiaia a 67 anni, anticipata con 42 anni e 10 mesi di contribuzione (un anno in meno per le donne).
Pensioni: ci sarà Quota 102?
Tra le varie opzioni esaminate lo scorso anno dai tecnici dell’esecutivo “Conte 2” c’era anche quella di consentire l’uscita anticipata con almeno 63-64 anni d’età e 39-38 anni di versamenti (Quota 102) ma con un sistema di penalità “a crescere” (imperniato sul ricalcolo contributivo) per ogni anno d’anticipo rispetto alla soglia di vecchiaia (67 anni). Un’opzione che è stata lasciata sui tavoli del Mef e del ministero del Lavoro.
A rilanciare l’ipotesi di Quota 102 è Alberto Brambilla, presidente di Itinerari previdenziali ed ex sottosegretario al Lavoro, rispolverando una sua proposta per consentire il pensionamento con 64 anni d’età e 38 anni di contributi, di cui non più di due di contribuzione figurativa.
Pensioni: riforma solo per alcune categorie
Il Recovery Plan prevede una riforma delle pensioni solo per determinate categorie. Nel dettaglio, ci sarà maggiore attenzione per alcune categorie di lavoratori, mentre per altri l’unica possibilità per andare in pensione sarà quella offerta dalle regole stabilite dalla Legge Fornero.