Economia

Governo Meloni, come può cambiare il Reddito di cittadinanza

Come cambierà il Reddito di cittadinanza con il Governo guidato da Giorgia Meloni?  Il governo potrebbe decidere di aumentare obblighi e restrizioni per chi riceve il reddito di cittadinanza e può lavorare. Ad esempio, ridurre il numero di volte che è possibile rifiutare un’offerta di lavoro prima di perdere il reddito (attualmente sono due), o cambiare i criteri per stabilire se un’offerta di lavoro è “congrua” (oggi deve trovarsi entro 80 km di distanza dalla residenza della persona interessata).

Come cambia il reddito di cittadinanza con il Governo di Giorgia Meloni

Oppure, se si prendesse alla lettera quando detto da Meloni, si potrebbe trasformare il Rdc in una misura che esclude chi è ritenuto abile al lavoro. In campagna elettorale si era parlato al massimo di un “rimborso spese” e di corsi di formazione “finanziati dal Fondo sociale europeo” per le persone occupabili (nella fascia d’età 18-60, senza minori a carico).

Una nota di Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, aggiornata al 30 giugno, indica che i percettori di reddito di cittadinanza che sono considerati in grado di lavorare sono poco meno di 920mila. Escludendo da questi gli 86mila che sono esonerati, esclusi o rinviati ai servizi sociali, si tratta di oltre 800mila persone. È questa la platea a cui il nuovo governo potrebbe togliere il Rdc.

Come sottolinea la nota Anpal, però, queste persone “esprimono alcune fragilità rispetto al bagaglio con cui si affacciano ai percorsi di accompagnamento al lavoro”. Di quei 920mila, sono 480mila coloro che non hanno avuto un contratto di lavoro subordinato o para-subordinato negli ultimi 3 anni. Oltre 460mila hanno al massimo un titolo scolastico di scuola secondaria inferiore (ex scuola media).

Quando potrebbe cambiare il reddito di cittadinanza

Nei primi nove mesi del 2022, l’Inps ha erogato 6 miliardi di euro per il reddito di cittadinanza. Secondo l’Osservatorio curato proprio dall’Inps sul tema, le persone coinvolte sono state 3,4 milioni, divise in 1,4 milioni di nuclei familiari. Guardando a tutto il periodo in cui è esistita la misura, da aprile 2019 a settembre 2022, la spesa totale è stata di oltre 25 miliardi di euro.

Fondi che, ora, il governo potrebbe decidere di ridurre per dirigerli altrove. Le tempistiche, però, sono strette: la legge di bilancio per il 2023 va compilata, discussa e approvata dalle Camere entro il 31 dicembre, e un programma di bilancio deve essere inviato all’Unione europea a fine novembre. Specialmente per quanto riguarda delle modifiche profonde e strutturali del reddito di cittadinanza, il tempo al governo potrebbe non bastare.

 

 

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