Cronaca

Regeni, processo sospeso: Cassazione rigetta il ricorso della procura

Per la Suprema Corte il procedimento non può continuare se non vengono notificati gli atti ai quattro 007 egiziani imputati

È ancora sospeso il processo ai quattro 007 egiziani accusati di avere sequestrato, torturato e ucciso Giulio Regeni nel 2016 al Cairo. Lo ha deciso la Corte di Cassazione, che ha dichiarato inammissibile il ricorso della procura di Roma contro la decisione del gup che l’11 aprile aveva sospeso il procedimento disponendo nuove ricerche degli imputati a cui notificare gli atti. Una decisione che impone un ulteriore, drastico, colpo di freno sul procedimento incardinato davanti al tribunale di Roma.

Processo Regeni, sospeso

I giudici della Suprema Corte erano chiamati ad esprimersi sull’impugnazione avanzata dai pm di piazzale Clodio nella quale si chiedeva di uscire da questa “stasi processuale” che ha portato il processo a uno brusco stop. Gli ermellini hanno escluso che i provvedimenti di Assise e gup possano essere impugnati con il ricorso per Cassazione “in quanto non abnormi”. In mattinata si era svolto un sit-in davanti alla Suprema Corte a cui hanno partecipato anche i genitori di Giulio, Claudio e Paola.

I genitori di Giulio: “Ferita di giustizia per tutti gli italiani” –

I genitori di Giulio, Paola e Claudio Regeni, assistiti dall’avvocato Alessandra Ballerini, hanno commentato la decisione della Cassazione: “Attendiamo di leggere le motivazioni, ma riteniamo questa decisione una ferita di giustizia per tutti gli italiani. Abnorme è certamente tutto il male che è stato inferto e che stanno continuando a infliggere a Giulio. Come cittadini non possiamo accettare né consentire l’impunità per chi tortura e uccide”.

La questione delle notifiche agli imputati 

Nel ricorso il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco sollecitava un intervento di “chiarezza” agli ermellini per superare quanto disposto dal giudice per le udienze preliminari che, rifacendosi a quanto deciso dalla III Corte d’Assise nell’ottobre scorso, aveva sancito che il processo non può andare avanti in quanto mancano le notifiche agli imputati. Per l’ufficio diretto da Franco Lo Voi si imponeva una necessaria diversa valutazione tecnica in ordine alla sussistenza delle garanzie del giusto processo riconosciute ai quattro 007.

Con l’impugnazione, i magistrati di piazzale Clodio avevano chiesto alla Cassazione di chiarire se risulta sufficiente, per la celebrazione del processo, il fatto che “vi è una ragionevole certezza – come scrive la Corte d’Assise nel provvedimento con cui ha rinviato il procedimento all’attenzione del gup – che i quattro imputati egiziani hanno conoscenza dell’esistenza di un procedimento penale a loro carico avente ad oggetto gravi reati commessi in danno a Regeni”.

Udienza rimandata al 10 ottobre

Secondo la Procura capitolina quanto deciso dalla Corte d’Assise è in contrasto con quanto espresso dalla Cassazione in alcune sentenze in cui si afferma che si può procedere nel processo anche se la parte ignori la data dell’udienza e il capo di imputazione, quando si è in presenza sostanzialmente di “finti inconsapevoli”. Nell’aprile scorso il giudice, alla luce della totale chiusura delle autorità egiziane nella collaborazione giudiziaria, aveva affidato una nuova delega ai carabinieri del Ros per effettuare ulteriori ricerche aggiornando l’udienza al prossimo 10 ottobre.

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