Cronaca

Reggio Calabria, illecita gestione di case popolari ed estorsione: 9 arresti

Arpaise furto bar tabacchi
Arpaise furto bar tabacchi

Illecita gestione delle case popolari ed estorsione a Reggio Calabria: i carabinieri alle prime luci dell’alba di oggi, mercoledì 14 febbraio, hanno eseguito 9 arresti (due in carcere e sette ai domiciliari). Disposto anche il sequestro preventivo di 11 appartamenti illecitamente assegnati e occupati anche da alcuni degli indagati. Tra i complici anche dipendenti pubblici.

Reggio Calabria, case popolari ed estorsione: 9 arresti

Alle prime luci dell’alba di oggi, mercoledì 14 febbraio, i carabinieri hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare nei confronti di 9 persone (due finite in carcere e sette ai domiciliari) accusate di aver preso parte, con vari ruoli, a un’associazione per delinquere finalizzata all’illecita gestione di immobili di edilizia popolare e alla commissione di condotte estorsive. Disposto anche il sequestro preventivo di 11 appartamenti illecitamente assegnati e occupati anche da alcuni degli indagati. Tra i complici anche dipendenti pubblici.

Le indagini

Le indagini hanno riguardato ben 37 indagati e si è concentrata su alcune pratiche criminali nel settore della gestione degli alloggi di edilizia popolare nel comune reggino, soprattutto nel quartiere Santa Caterina. L’associazione era capeggiata da due pregiudicati, uno dei quali già riconosciuto quale appartenente alla ‘ndrangheta.

L’associazione poteva contare sull’appoggio di una ex dirigente dell’A.T.E.R.P., all’epoca in servizio presso la sede di Reggio Calabria, che riusciva a “pilotare” la concessione degli immobili, ideando e suggerendo le modalità migliori per realizzare le finalità illecite dell’associazione e un altro dipendente del Comune di Reggio Calabria che individuava gli immobili, li segnalava ad uno dei promotori del sodalizio e ne cedeva le chiavi, dietro versamento di denaro. Inoltre, sono emersi elementi indiziari anche nei confronti di un appartenente alla Polizia Municipale, non destinatario di misura cautelare ma di perquisizione personale e locale, che, in più di una occasione, dietro il versamento di somma di denaro, avrebbe falsificato documentazione del suo ufficio, per venire incontro ai desiderata di uno dei capi promotori. Sono anche emersi gli estremi di estorsione.

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