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Regionali, Emilia-Romagna e Umbria il centrosinistra si rialza

Regionali, Emilia-Romagna e Umbria il centrosinistra si rialza

Regionali, Emilia-Romagna e Umbria il centrosinistra si rialza

In Emilia, il campo largo unito vince a valanga: Michele De Pascale, il 39enne sindaco di Ravenna e presidente dell’omonima provincia. Mentre in Umbria, a guidare il polmone d’Italia per i prossimi cinque anni sarà Stefania Proietti.

Regionali, Emilia-Romagna e Umbria il centrosinistra si rialza

In Emilia, il campo largo unito vince a valanga: Michele De Pascale, il 39enne sindaco di Ravenna e presidente dell’omonima provincia, diventa governatore con più del 56 per cento dei voti. Oltre 16 punti sopra all’avversaria del centrodestra Elena Ugolini. In Umbria il margine è un po’ meno largo ma comunque netto, 51 a 46. A guidare il polmone d’Italia per i prossimi cinque anni sarà Stefania Proietti, ingegnera 59enne prestata alla politica sindaca di Assisi e presidente della provincia di Perugia che ha scalzato la governatrice uscente Donatella Tesei, leghista.

L’Umbria torna quindi al centrosinistra, rappresentando la seconda regione, dopo la Sardegna, che il blocco progressista riesce a conquistare dalla maggioranza da quando Giorgia Meloni è entrata in carica a Palazzo Chigi, dopo aver dovuto cedere il Lazio, passato al centrodestra nel febbraio del 2023. Per Elly Schlein si tratta di «una vittoria straordinaria», addirittura «la vittoria della unità», visto che in entrambe le competizioni il centrosinistra ha gareggiato in un’alleanza ampia, insieme a M5S, Avs, Azione e Italia Viva (quest’ultima però senza il proprio simbolo). La segretaria del Partito Democratico, residente a Bologna, aveva esercitato il suo diritto di voto in una scuola elementare del centro città nella mattinata.

Poi ha atteso l’esito dello spoglio con De Pascale, incoronato vincitore fin dai primi exit poll. “Una vittoria emozionante e commovente con un risultato straordinario del Pd”, il commento postato dalla leader a corredo di un selfie col successore di Stefano Bonaccini. Poi, la corsa a Perugia per festeggiare anche con Proietti, a differenza delle regionali in Liguria quando Schlein aveva scelto di aspettare il risultato al Nazareno.
Può brindare, la segretaria, perché il Pd è primo partito in entrambe le regioni: in Emilia la sola lista dei dem tocca il 43%, un balzo in avanti sia rispetto a cinque anni fa (quando l’asticella era al 34%) ma anche alle Europee di giugno (36%). In Umbria si raggiunge quota 31%, 9 punti sopra rispetto a cinque anni fa.

Le reazioni

E se in serata entrambe le sconfitte chiamano il governatore e la governatrice eletti per complimentarsi, tra i leader del centrodestra la prima a commentare il doppio passo falso è Giorgia Meloni. Che sente per telefono sia le due candidate del centrodestra (ringraziandole «per l’impegno, la passione e la dedizione dimostrate») che i vincitori, a cui ripete in pubblico fa gli auguri di buon lavoro. “Al di là delle differenze politiche scrive la premier su X auspico una collaborazione costruttiva per affrontare le sfide comuni e lavorare per il benessere e il futuro delle nostre comunità”. Del resto rispetto a cinque anni fa per Meloni c’è di buono che il gradino più alto del podio nel centrodestra stavolta se lo assicura Fratelli d’Italia, che sfiora quota 20% in Umbria e 24% in Emilia. Scontando però un calo di 12 e di 4 punti rispetto alle

Europee di giugno. Anche Antonio Tajani guarda il bicchiere mezzo pieno: “Forza Italia dice ha raddoppiato i consensi in entrambe le regioni e farà un’opposizione costruttiva”. In serata arriva anche il commento di Matteo Salvini, che nella vittoria (almeno in Umbria) sperava più di tutti, dal momento che la ricandidata governatrice era espressione del Carroccio: “Grazie a Tesei e Ugolini per il coraggio e l’impegno. Gli elettori hanno sempre ragione, già da domani sono a disposizione dei nuovi amministratori per portare avanti tutte le opere pubbliche che servono a cittadini e territori”.

In queste regionali è quella che perde di più, la Lega: cinque anni fa, nel momento d’oro di massima popolarità di Salvini, il simbolo con l’Alberto da Giussano veleggiava sopra il 30% sia in Umbria che in Emilia, ora in entrambe è medaglia di bronzo nel centrodestra, rispettivamente sopra il 7 e sopra il 5. Nota a margine, infine, per Stefano Bandecchi e la sua Alternativa popolare: il sindaco di Terni fallisce il tentativo di incarnare “il Claudio Scajola dell’Umbria”: il 2,4% che il patron di Unicusano porta in dote al centrodestra, infatti, non basta a colmare il divario con gli avversari.

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